Aziende, fallimenti in crescita a soffrire di più il commercio
BELLUNO. Crescono le procedure concorsuali, gli scioglimenti e le liquidazioni delle imprese nei primi nove mesi del 2016. Lo dicono i dati della Camera di Commercio di Belluno Treviso.
Per quanto riguarda le procedure concorsuali che preludono alla cessazione di impresa, nel terzo trimestre sono aumentate: 14 quelle registrate a Belluno contro le 6 dello stesso periodo del 2015.
Stessa cosa anche per quanto riguarda le entrate in scioglimento o liquidazione: il numero di imprese che hanno aperto queste procedure sono passate in provincia da 106 a 123.
Nel Bellunese le aperture di fallimento riguardano prevalentemente il commercio e i servizi alle imprese.
Sul fronte invece delle entrate in scioglimento e liquidazione, i settori maggiormente interessati sono; i servizi alle imprese (39), il commercio (28), le costruzioni (13), il manufatturiero (10) ed infine l’alloggio e la ristorazione con 22 aziende a Belluno in questa situazione.
«Si tratta di dati parziali», precisa il presidente camerale, Mario Pozza, «perché mancano gli ultimi tre mesi e soprattutto quello di dicembre, che come si sa, è quello che spesso raccoglie il maggior numero di atti di fallimento».
La crisi, quindi, continua ad essere presente nel Bellunese e lo si evince anche dalla chiusura di 169 sedi di impresa nei primi nove mesi dell’anno appena trascorso. Crescono invece le unità locali dipendenti, cioè le sedi staccate.
Per quanto riguarda il settore artigiano, si evidenzia una sostanziale tenuta in provincia, rispetto ai picchi discendenti del 2015. Rispetto a fine giugno, nel Bellunese ci registrano 4 unità in più, anche se il dato tendenziale resta tuttavia negativo (-59 imprese rispetto al settembre 2015).
Il calo più importante è quello delle costruzioni che lasciano sul campo 50 sedi in un anno portandosi a quota 2.068, «anche se possiamo dire che c’è stato un rallentamento nella discesa».
Debole resta ancora il manifatturiero che vede una diminuzione di 11 imprese nel giro di un anno (dal settembre 2015 allo stesso mese del 2016), anche se tra luglio-settembre si sono già recuperate due unità. All’interno di questo settore, a soffrire di più sono le imprese metalmeccaniche che rispetto al 2015 arretrano di 15 unità.
A rafforzarsi invece sono le aziende dei servizi alle imprese che incrementano lo stock di 7 unità raggiungendo 520 sedi. All’interno di questo ambito, però a flettere sono le aziende di trasporto e magazzinaggio mentre tengono agenzie di viaggio, noleggio. Crisi invece nel commercio che perde 73 aziende nel 2016. (p.d.a.)
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