Azzannate cinque pecore in Alpago, è allarme lupo
ALPAGO. Sono stati i lupi rintracciati sul Col Visentin a salire a Spert di Tambre e ad azzannare 5 pecore? Le indagini sono in corso, da parte della polizia provinciale, mentre le autorità veterinarie stanno svolgendo approfondite indagini che la responsabilità dell’attacco notturno sia proprio dei lupi: di certo, fino a questo momento, è che Lorena Bortoluzzi, residente a Spert e titolare di un allevamento di 37 ovini, giovedì mattina ne ha trovato cinque «in condizioni semplicemente pietose». Morti, ovviamente.
Nella notte precedente il gruppo è stato aggredito in un pascolo ai bordi del bosco del Cansiglio, tra il cimitero di Spert e località Due Ponti. Disperata la famiglia Paulon, quella appunto della signora Lorena. È stato chiamato Paolo Casagrande, del sindacato Anpa che coordina gli allevatori dell’altopiano. Sono intervenuti i forestali, la polizia provinciale, il servizio veterinario dell’Uls. Sono stati rintracciati e recuperati escrementi e peli. Che sono stati repertati e inviati al laboratorio specializzato.
Non si tratta di elementi, è risultato da un primo esame, che possano appartenere ad un orso, nemmeno ad uno dei soliti cani randagi. Le tracce che sono state fotografate e misurate non sono di un orso, semmai di un cane, finanche di un lupo. «Ma c’è anche una modalità che fa ritenere che la responsabilità non sia né dell’orso né del cane randagio: le pecore sono state attaccate al collo», dice Casagrande.
Che possa essersi trattato di un animale di questo tipo lo lascia supporre anche un’altra circostanza: mercoledì sera un gruppo di cacciatori ha intercettato, sempre ai margini dello stesso bosco un animale che hanno definito “strano”, per gli occhi particolari con i quali li ha guardati. «Non era uno dei cani delle razze che conosciamo», hanno riferito. Ma c’è di più. In Val Menera opera uno dei più avviati agriturismi dell’altopiano. Il gestore, Alessandro Alessandro Gava, riferisce che il giorno di Psquetta un cliente gli ha mostrato una foto, fresca di scatto, che ritraeva un animale che aveva le parvenze dello sciacallo. La settimana prima di Pasqua un’altra foto, scattata da un escursionista diverso, con ritratto un cane che però aveva tutte le sembianze del lupo.
Fatto si è che l’altra sera gli allevatori del Cansiglio, da Fregona all’Alpago, hanno deciso di riportare all’interno delle stalle le loro mandrie, per timore di ulteriori perdite. «Non chiediamo la caccia al lupo, se viene accertata la sua presenza, ma - conclude Casagrande - che la Regione ristori gli allevamenti che hanno subito perdite».
Una delibera di giunta dell’anno scorso mette in conto 150 euro per le pecore alpagote e tra i mille ed i 1500 euro per le mucche. Anche gli ambientalisti, con l’associazione Mountain Wilderness ed il portavoce Giancarlo Gazzola, raccomandano alla Regione di procedere con rapidità ai rimborsi e, d’altra parte, invitano gli allevatori ad attrezzarsi di protezioni pesanti.
Francesco Dal Mas
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi