Azzerati gli sconti per il combustibile

D’Incà (M5S): «I bellunesi facciano sentire la loro voce, basta piegare la testa». Categorie e sindaci sul piede di guerra

BELLUNO. Addio sconti per il combustibile del riscaldamento per le aree di montagna. Un’altra mazzata si prepara per la provincia bellunese. Non bastavano una crisi economica che ha costretto a chiudere moltissime aziende e un taglio lineare imposto dal governo, che rischia di mettere in default molti comuni. Ora si aggiunge anche questa novità, la classica goccia in grado di far traboccare il vaso ormai colmo, costringendo molti bellunesi ad abbandonare la montagna.

Sindaci e categorie economiche sono già sul piede di guerra, anche se le “forze” per contrastare quest’ennesima mannaia ormai iniziano a mancare.

La notizia è contenuta nel comma 11 dell’articolo 19 della bozza della Legge di Stabilità 2015 del governo, dove si legge: è prevista dapprima una riduzione per il 2015 e poi nel 2016 l’azzeramento del rimborso dei crediti di imposta relativi ai combustibili da riscaldamento per le imprese. «Ma questo taglio si estenderà anche ai semplici cittadini e al riscaldamento domestico, come recita la legge 448/1998 all’articolo 8 comma 10 lettera C che viene citata nell’allegato 1 del Dpef», precisa Federico D’Incà, deputato del M5S, che si è accorto di questo “piccolo” particolare contenuto nella tanto discussa legge di stabilità, di cui si è discusso ieri in Commissione bilancio.

«Ho ricordato a tutti i presenti che i bellunesi vivono in una zona svantaggiata per clima e conformazione geografica e che questo aiuto per riscaldare case e imprese è molto importante per permettere ai cittadini e alle attività economiche di rimanere in questa provincia», precisa D’Incà, che si dice preoccupato non solo di questa voce contenuta nella norma, «ma anche del fatto che questa si aggiungerà all’aumento previsto dell’Iva dal 22 al 25.5%. E questo», conclude il parlamentare dei Cinque stelle, «dovrebbe far riflettere la politica bellunese che dovrebbe alzare la voce e non piegare la testa di fronte all’ennesimo torto».

«In un momento in cui le tasse sono altissime e gli affari per molti non vanno affatto bene, se tolgono anche questi benefici è finita», sottolinea Daniela Larese Filon, nella sua duplice veste di sindaco di Auronzo e presidente della Provincia: «Ad oggi queste agevolazioni ammontano a 0,13 euro al litro. Non è una gran cifra, ma sicuramente è un aiuto in più che in questi anni non guasta». Si consideri, infatti, che la spesa media per il riscaldamento di un appartamento si aggira sui 2 mila euro all’anno, mentre per le attività economiche può raggiungere anche decine di migliaia di euro.

Contrariato anche il presidente di Federalberghi, Walter De Cassan: «Su un pieno da mille euro avere uno sconto di 130 euro non è da poco», dice. «Se questa norma passasse, sarebbe una botta non da poco, una delle tante mazzate subite in questi anni. Con un turismo che sta soffrendo, questo taglio metterebbe in ulteriore difficoltà un settore che dovrebbe invece fungere da traino».

«L’eliminazione dei 38 milioni di euro necessari per sostenere questo beneficio», conclude il direttore dell’Appia, Maurizio Ranon, «verrebbero tolti dal 2016, mentre dal 2015 le riduzioni (10 milioni di euro) riguarderebbero il rimborso parziale dell’accisa dei taxi. E questo non fa che alzare il livello di allarme e la preoccupazione in un’area disagiata come la nostra».

Paola Dall’Anese

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi