Bacio rubato alla stagista lavapiatti di un hotel condannato in tribunale
CORTINA. Tentò di baciare la stagista. Kamal Haouran, lavapiatti marocchino di un hotel di Cortina, è stato riconosciuto colpevole di tentata violenza sessuale su minore e condannato a sei mesi e venti giorni per l’ipotesi più lieve. Due mesi in meno di quanto chiesto dal pubblico ministero Marcon, mentre il difensore Nicolai rimane convinto che il suo assistito andasse assolto: non c’era prova che il fatto contestato fosse davvero avvenuto.
Non ci sono state repliche, nell’udienza in tribunale di ieri mattina e il collegio composto dai giudici Coniglio, Feletto e Cittolin è andato in camera di consiglio. All’uscita, dopo la sentenza, si è preso 30 giorni per la scrittura delle motivazioni. Nessun risarcimento, perché la sedicenne, che quattro anni fa si stava formando come aiuto cuoco, non si era costituita parte civile.
Era una notte di febbraio, quando a fine giornata i due si sono trovati in una saletta per fumatori, attrezzata con due porte. Secondo il racconto della ragazza, l’uomo sarebbe uscito da una parte, entrato dall’altra e con la scusa di un accendino avrebbe tentato prima di baciarla e poi di metterle le mani addosso. Tutto questo accompagnato da parole irripetibili. Lei sarebbe rimasta impietrita, poi in qualche maniera è riuscita a liberarsi da quella stretta sgradita.
Durante le indagini, la studentessa era stata sentita in audizione protetta con l’assistenza di una psicologa e i carabinieri hanno fatto anche un sopralluogo, allestendo un fascicolo fotografico.
L’uomo lavorava nella struttura ormai da alcuni anni e non aveva mai dato problemi, mentre la ragazza stava facendo formazione. Subito dopo i fatti si è ritirata nella sua stanza, confidandosi con la collega barista. È stata quest’ultima a raccontare per prima al gestore del locale quello che era successo.
La giovane ha passato una notte insonne e il giorno dopo si è interrotta la sua esperienza lavorativa, mentre il marocchino ha continuato a operare fino alla chiusura dell’attività.
Durante l’istruttoria, sono stati sentiti diversi testimoni e si è parlato parecchio di porte e chiavi, anche di altri ambienti, tipo il bagno comune. Haouran ha cercato di proclamare la propria innocenza, mentre la ragazza aveva dato la propria versione in aula protetta da un paravento di sua proprietà, per non farsi riconoscere dall’imputato. Per il tribunale, la prova della tentata violenza è stata raggiunta ed è scattata la condanna. —
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