Badanti, mancano le segnalazioni multe alle famiglie

Alcuni sindaci hanno recapitato una sanzione di 320 euro a chi non ha comunicato la presenza dello straniero

BELLUNO

Si dimenticano di comunicare entro 48 ore la presenza di un extracomunitario in casa e i Comuni inviano la sanzione amministrativa di 320 euro per omessa denuncia di ospitalità di extracomunitari.

E’ quanto sta accadendo in questi giorni ad alcuni anziani della provincia di Belluno che hanno regolarizzato la loro assistente a domicilio, dimenticandosi però di dare comunicazione a questura e municipio della presenza della persona straniera, così come vuole la legge.

La denuncia arriva dal segretario dello Spi Cgil, Ludovico Bellini. «Sono già diverse le segnalazioni che ci sono giunte in queste ultime settimane», precisa Bellini, che spiega come funziona il sistema.

«Ai Caaf vengono stilati i contratti per regolarizzare le badanti dei nostri anziani in difficoltà. Al termine dell’operazione viene consegnato un foglio che deve essere consegnato, secondo quanto impone la legge, entro 48 ore alla questura e al comune di residenza. Ma capita che qualcuno si dimentichi e così alcuni si sono visti recapitare a casa la sanzione pari a 320 euro. Non siamo qui a dire che la legge non va rispettata, ci mancherebbe, ma lancio l’appello ai sindaci affinchè siano un po’ più tolleranti: se non vedono arrivare la notifica entro due giorni, possono ricorrere ai solleciti, senza passare subito alla sanzione. Anche per evitare che questo sistema diventi un modo per fare cassa sulle persone già in disagio, viste le ristrettezze in cui versano le casse comunali».

Il segretario dello Spi Cgil precisa anche come in due casi «siamo riusciti a far capire al primo cittadino la situazione, dimostrando che non c’è dolo o intenzionalità in questa dimenticanza».

Sul fronte badanti la situazione in provincia di Belluno pare stabile. «Malgrado la crisi, non abbiamo registrato alcun incremento nel numero di queste figure di cura», sottolinea Luigi Da Corte, responsabile del Caaf Cgil di Belluno. «Dal 2009, ormai, facciamo ogni anno circa 360 buste paga a questo scopo. E d’altra parte, vista la crisi e le casse integrazioni, non abbiamo riscontrato nemmeno un aumento delle badanti italiane».

Ma per il responsabile del Caaf la questione è un’altra. «Visti l’aumento dei costi e le difficoltà dei nostri concittadini, alle prese con pensioni basse, mancanza di lavoro e quindi stipendi ridotti all’osso, c’è il rischio che molte famiglie possano decidere di arrangiarsi, tenendo una badante in nero. E’ comunque necessario anche un po’ di buon senso verso chi si mette in regola».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:badanticolf

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi