Bagno dopo il pranzo, annega nel Corlo

Un ragazzo di 36 anni, originario della Romania, colpito da congestione in acqua: inutile il soccorso degli amici

Qualche bracciata e poi il malore che lo ha tirato giù, facendolo annegare a poca distanza dalla riva, dove l'acqua è poco profonda, un metro e mezzo circa. Ha perso la vita per un bagno Florin Tinc, trentaseienne di origini rumene arrivato in Italia da pochi mesi, a Rossano Veneto. È annegato ieri verso le 16 al lago di Arsiè in una domenica che doveva essere di svago, abbronzatura, refrigerio e divertimento con gli amici, ma invece si è trasformata in tragedia. Colpa di una congestione che ha colpito il giovane straniero nelle ore calde del pomeriggio, essendosi tuffato a quanto pare poco dopo aver bevuto una birra fredda. Succede tutto in pochi istanti: gli amici che lo vedono andare su e giù, inizialmente con stupore, magari pensando a uno scherzo, poi la consapevolezza sopraggiunge all'improvviso, nell'attimo in cui Florin Tinc, in affanno, annaspa, si irrigidisce, va a fondo e non torna più a galla. Allora gli altri si tuffano, saltando dal pezzetto di terra che si allunga nel lago del Corlo davanti alla zona di balneazione all'altezza del bar La Stua per cercare di salvarlo. L'acqua lì è bassa, prima della bandiera che indica i due metri di profondità. Il fondo sarà distante un metro e mezzo, in questo caso ugualmente troppi. Gli amici non perdono tempo, riescono a trovare il compagno quasi subito e lo sollevano a riva. Ormai però non c'è più niente da fare, nonostante i tentativi disperati di rianimarlo. Sul posto arrivano immediatamente i carabinieri e i vigili del fuoco, ai quali non resta altro da fare che constatare il decesso del giovane rumeno. Il corpo viene adagiato a terra e ricoperto da un lenzuolo, una macchia bianca vicino a un pedalò sul pezzo di terra che entra nel lago artificiale davanti gli asciugamani dei villeggianti in costume che prendono il sole, si riposano seduti al bar, si bagnano, passeggiano e osservano, tutto intorno, cosa sta succedendo. Qualcuno ricorda che una volta, qualche anno fa, il lago l'ha attraversato a nuoto, «piano piano, ma da un momento all'altro il fondale è lontanissimo». Questa volta però correnti e profondità non c'entrano. La salma viene quindi affidata al carro funebre che la trasporta alla cella mortuaria. Il desiderio di un bagno ristoratore, anche dopo aver mangiato o bevuto qualche sorso di una bevanda ghiacciata per affrontare meglio il caldo delle ore centrali della giornata, diventa traditore, esponendo il trentaseienne proveniente dal vicentino a una congestione risultata fatale. Sembrano esserci pochi dubbi sulla dinamica dei fatti che hanno provocato la morte di Florin Tinc, caduto probabilmente nell'imprudenza data dall'eccessiva sicurezza, sottovalutando uno dei rischi maggiori di quando si va al lago – o al mare – nel periodo estivo con temperature torride come quelle di ieri. Il giovane si è immerso verso le 16, allontanandosi una decina di metri, non oltre, e non è riuscito a tornare a riva. Mentre nuotava ha iniziato ad accusare un malore che lo ha bloccato, portandolo giù, sott'acqua. Inutili i soccorsi degli amici che appena si sono accorti della gravità della situazione si sono buttati per salvarlo.

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