Balen non si ricandiderà «Ho agito con il cuore»
CESIOMAGGIORE. Non sarà ricordato come il sindaco delle grandi opere, ma a lui va bene così. Anche perché ha voluto così. Alle soglie della fine del suo mandato, Michele Balen si definisce «il capitano di una barca nella tempesta, che ha agito secondo etica e coscienza». Parla al passato perché una decisione l’ha già presa: quella di non ricandidarsi. «Cinque anni da assessore tecnico e altrettanti da sindaco bellunese e anche vicepresidente dell’Unione montana sono sufficienti. Non significa che non mi impegnerò più per questa terra. Sono stato onesto, ho mediato i conflitti mettendo sempre davanti i servizi. Ho cercato di essere un buon padre di famiglia, lasciando piccole tracce ma fatte con il cuore. Come il lampione a Cavalea, o l’asfaltatura di una strada di Montagne. O l’intervento per sofferenze familiari, di cui quasi tutti si dimenticheranno. Ma è giusto così, lo avevo promesso in campagna elettorale».
Gli interventi sono stati ordinari ma anche urgenti, come la sistemazione dei loculi al cimitero, l’asfaltatura delle strade, la costruzione di alcuni marciapiedi, ad esempio a Marsiai e in centro al paese. Il mandato si è compiuto in anni «anormali», con l’abolizione dell’Usl, la cancellazione della Provincia, la prospettiva di riforma della Costituzione, i «tagli draconiani», l’«immigrazione biblica». Per non parlare della crisi economica. «Non abbiamo più le certezze che avevano i passati amministratori», afferma il sindaco uscente, che nonostante la gestione pacata ha dei capisaldi da difendere.
Come la difesa delle autonomie: «La fusione dei comuni è la morte delle comunità. Noi amministriamo persone, non beni, e far morire l’organo istituzionale che ne riconosce le aggregazioni porta a un impoverimento sociale, e solo per ragioni di bilancio. Dobbiamo salvaguardare le autonomie, magari quella della Provincia». Peccato che stia per essere abolita.
Per questo è fondamentale concertare su altri tavoli: «Il prossimo anno verrà inaugurato il progetto “Ritorno alla campagna” e il Centro di lavorazione dei prodotti della terra, entrambi a Busche ed entrambi fidanzati dai fondi per i Comuni confinanti», ricorda Balen, «c’è anche un milione di euro su Pradenich e il progetto di collegamento ciclabile tra Belluno e Feltre». Tutte opere pianificate in questi anni. Sulla questione migranti rimane drastico: «Prima assistiamo le nostre famiglie in crisi, poi diamo accoglienza ai profughi, ma quelli veri, non quelli che sanno cosa rispondere alle domande delle commissioni». La Prefettura ha calcolato che Cesio potrà ospitarne 48, «ovvero l’1 per cento della popolazione. Ma io sono il sindaco, non il padrone dei cittadini. Si occupi lo Stato di imporre queste cose, perché io non me la sento». Ma quando sarà ora, probabilmente non sarà più cosa sua.
Francesca Valente
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