Ballottaggi, crollo affluenza. Cade la roccaforte leghista Treviso
BELLUNO. Centrosinistra avanti in tutti i capoluoghi di provincia al voto nel secondo turno delle elezioni comunali 2013. In particolare spicca la vittoria di Ignazio Marino, candidato del centrosinistra a Roma, che ha battuto con il 64% dei voti il primo cittadino uscente Gianni Alemanno. In complesso però l’affluenza è stata molto bassa: ha votato il 48,51% degli aventi diritto, l’11,25% in meno del primo turno quando si era presentato alle urne il 59,76% degli elettori.
In Veneto spicca il risultato di Treviso, feudo leghista strappato dal centrosinistra grazie a Giovanni Manildo, 44 anni, che ottiene il 55%. Nella città della Marca, governata per 20 anni dal Carroccio, prima dallo stesso Gentilini e poi dal segretario della Liga Veneta Gianpaolo Gobbo, la chiusura della lunga fase leghista ha l’immagine dei grandi manifesti con il profilo di Gentilini ed il pollice alzato, già strappati e consumati dalla pioggia. Manildo, del Pd, avvocato di estrazione cattolica, è stato protagonista di una campagna elettorale tenace e capillare, e partiva dal 42,5% conquistato al primo turno.
«È finita l’era Gentilini, è finita l’era della Lega e del Pdl. Stop. Adesso Gentilini scompare dalla scena amministrativa e politica»: è il primo commento di Gentilini, che poi ha attribuito la sconfitta al «mancato supporto della Lega e del Pdl. Io i miei voti me li sono presi. Mi sono mancate le stampelle. Mi hanno buttato nel fango della sinistra».
«È una giornata storica per Treviso». Così Giovanni Manildo, il candidato sindaco del centrosinistra, che a poche sezioni dal termine, appare ormai irraggiungibile da Giancarlo Gentilini. «L’essere riusciti a raggiungere questo risultato, e l’entusiasmo dei cittadini lo dimostra - ha detto - rappresenta qualcosa di storico».
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