Bancaria contrattacca «Non ho preso i soldi di quel pignoramento»

FELTRE. La bancaria si difende. Accusata da una correntista dell’allora Banca Popolare di Vicenza dell’appropriazione indebita di una somma sui 1.300 euro, a qualche settimana dalla prima udienza del processo penale, precisa alcuni aspetti della vicenda, attraverso il proprio difensore Davide Fent: «Tanto per cominciare, all’epoca dei fatti la mia assistita non era la direttrice della filiale, ma una semplice funzionaria e la pratica è stata seguita dall’Ufficio legale e pignoramenti. Ha fatto quello che le è stato detto, nell’ambito di un pignoramento fatto dall’ex marito della correntista».

Non c’è dubbio che ci sia stato un errore da parte dell’istituto su una somma, che non era pignorabile, perché rappresentava pensione e assegno di mantenimento per vivere, ma questa somma è stata restituita oppure no? «C’è stato un tentativo non appena è stato scoperto l’errore, che non è da addebitare alla filiale della banca, ma all’ufficio specifico. Il procedimento penale non era ancora cominciato e la cliente si è vista proporre la restituzione integrale dei soldi. Non ne ha voluto sapere ed è andata a presentare la querela per un’appropriazione indebita, che non c’ è stata».

Quel denaro dove è andato a finire? «Non è stato certo preso dalla mia assistita, questo è sicuro e lo dimostreremo quando il processo sarà entrato nel vivo», conclude Fent, «come dicevo, l’appropriazione non c’è stata e non ci sono responsabilità da parte dell’imputata».

La correntista si costituirà parte civile con l’avvocato Liuba D’Agostini e, al momento della discussione finale, chiederà i danni che ritiene di avere patito. —

G.S.

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