Bancomat assaltato a Feltre nessuna traccia del commando

FELTRE. Professionisti. Un audace colpo di banditi destinati a rimanere ignoti. Le indagini sull'assalto al bancomat della Sparkasse di viale Pedavena non decollano e difficilmente prenderanno il volo, malgrado l'impegno degli investigatori che stanno lavorando ormai da un mese su un filo elettrico di pochi centimetri, lasciato inavvertitamente sul posto dalla banda.

L'unica possibilità è che il tipo di esplosivo fatto deflagrare con il sistema della marmotta - un piccolo parallelepipedo in ferro pieno di polvere pirica, delle esatte dimensioni delle aperture, che viene inserito con l'aiuto di un palanco all'interno dello sportello automatico, poi innescato e fatto esplodere - sia dello stesso tipo di quello di altri colpi analoghi. Diversamente non ci sono altri indizi da seguire, neanche un numero di targa.

I tre o quattro banditi del commando non solo hanno agito con il volto travisato dai passamontagna, ma anche con i guanti e dopo aver accecato le telecamere dell'istituto bancario con della vernice spray di colore nero. Non sono state trovate impronte digitali e nemmeno tracce biologiche: c'è poco da mettersi a fare esami del Dna, perché manca proprio la materia prima. In quella notte di metà ottobre, verso l'1.20, se ne sono andati a bordo di una Mercedes classe A scura, forse con la targa coperta. Sicuramente non è stata ritrovata a Feltre e dintorni e può anche darsi che sia stata utilizzata fino alla fine del colpo.

L'assalto è durato quattro minuti in tutto e non ci sono testimoni, anche se durante il fine settimana c'era parecchia gente in giro per la città. In molti hanno sentito il boato, ma finora nessuno ha potuto contribuire a dare una svolta alle indagini.

In mancanza di tutto questo, le indagini sembrano inesorabilmente destinate all'archiviazione. In poche parole, i colpevoli rimarranno quasi sicuramente ignoti. (g.s.)