Bando gestione della Fondazione Teatri, il Tar accoglie il ricorso
Il Tar del Veneto accoglie il ricorso presentato dalle sette associazioni culturali bellunesi sul bando per la gestione della Fondazione Teatri. Rota: «Riconosciuta la legittimità delle nostre obiezioni»
Il teatro comunale di Belluno
BELLUNO
. Il Tar del Veneto accoglie il ricorso presentato dalle sette associazioni culturali bellunesi sul bando per la gestione della Fondazione Teatri. Il pronunciamento è stato depositato ieri. Per la Fondazione tutto da rifare. Il Tar definisce "escludente" la clausola del bando che impone che tutti i partecipanti al raggruppamento di imprese posseggano le capacità economico-finanziaria e tecnico-professionale per partecipare alla gara. Clausola che «consente l'impugnazione anche da parte di chi non ha partecipato alla gara».
«Finalmente è riconosciuto ufficialmente che chi ha protestato non campava a caso le proprie obiezioni», commenta Aurelio Rota, portavoce di Anaxus. «Siamo contenti perchè speriamo che finalmente si possa aprire una discussione serena su questo tema, soprattutto sul pluralismo della cultura». «Siccome i nemici si sono attrezzati per la guerra mi attrezzerò anch'io».
Il presidente della Fondazione, Michele Romanelli commenta il pronunciamento del Tar. «Tutto questo can can è il frutto di guerre intestine nel Pdl, di cui io sono la vittima, il capro espiatorio. Ma mi sono stufato e nei prossimi giorni valuterò cosa fare: o rifare il bando, o ricorrere al Consiglio di Stato o fare una licitazione cioè un'assegnazione di tipo privato. Valuterò e mi confronterò anche col Comune di Belluno che io rappresento». Ma Romanelli ancora non si spiega il perchè di queste manovre. «Agendo così hanno fatto del male alla Fondazione, si ritarda la stagione teatrale. Mi chiedo perchè non abbiano partecipato, avendone tutte le caratteristiche visto che c'era anche La fondazione Atlatide. Io sarei stato il garante».
A questo punto Romanelli auspica che la Fondazione Cariverona nomini al più presto il suo rappresentante nella Fondazione Teatri. «Il bando è stato preparato insieme con l'ente veronese. Se si vuole che si faccia un bando pubblico per noi è improponibile sia per i costi che per i tempi». «È la dimostrazione che i nostri dubbi non volevano essere vuota polemica, ma denunciavano una certa "faciloneria" nell'indicare i requisiti», commenta il vice presidente della Provincia, Michele Carbogno. «Resta il rammarico», continua Carbogno, «per il tempo perduto che ora va recuperato. Invitiamo, dunque, a riprendere in mano il tutto, con maggiore attenzione nella stesura del bando. Bisogna giungere ad una soluzione corale, in tempi brevi, evitando spaccature che non hanno fatto il bene della Fondazione Teatri, né hanno fatto fare bella figura al suo presidente». «Finalmente la Provincia mi dà ragione», commenta il vice sindaco, Leonardo Colle: «Se ci fossimo messi d'accordo prima queste cose non sarebbero accadute e ora si pone il problema di quando rifare il bando, con che tempi e questo comporta la proroga ancora al Tib, cosa che qualcuno non voleva».
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