Bando Nevegal e fondi del Pnrr: Massaro fa l’elenco delle urgenze a Belluno
L’ex sindaco si è messo a disposizione di De Pellegrin per fare il passaggio di consegne. «Lasciamo in dote 60 milioni di progetti già in parte avviati, ma bisogna correre»
BELLUNO. Non solo viabilità. Sono numerose le urgenze di cui si dovranno occupare il nuovo sindaco Oscar De Pellegrin e la sua squadra. A ricordarle è l’ex sindaco, Jacopo Massaro, che ha già sentito il suo successore mettendosi a disposizione per il passaggio di consegne. «De Pellegrin era molto contento che lo avessi chiamato», spiega Massaro e ci vedremo nei prossimi giorni se lo riterrà opportuno. Alcune cose, infatti, sono urgenze assolute a cui mettere mano. La nuova amministrazione ha totale libertà di movimento, ma in alcuni casi è necessario dare continuità al lavoro avviato». Massaro non intende anticipare il colloquio con il nuovo sindaco, su molti argomenti la situazione è abbastanza nota ma c’è anche un annuncio mai fatto finora.
«Circa un mese fa si è concretizzato un accordo con la Regione, in particolare con il presidente Zaia e l’assessore Caner che hanno assegnato un contributo di 300 mila euro per gli impianti del Nevegal. C’è già la convenzione, ma è importante sapere che questi soldi vanno a rideterminare il piano economico finanziario del bando di gara. Bando che, bisogna dire per fortuna, è in ritardo per problemi nelle perizie, ma sta per uscire, quindi è indispensabile rideterminare subito il piano economico finanziario».
Oltre al Nevegal, però, c’è una partita aperta molto più vasta: «Abbiamo portato in dote alla nuova amministrazione quasi 60 milioni di euro che vanno spesi in tempi ristretti. Nella piena autonomia e libertà del nuovo sindaco, penso che valga la pena dare continuità a questi progetti», aggiunge Massaro citando la ciclopedonale di via Vecellio e via Vittorio Veneto; il laghetto artificiale, la sentieristica e il piazzale del Nevegal; la nuova scuola di Cavarzano che diventerà la più grande della città accorpando altri tre plessi; la cogenerazione in casa di riposo; la sistemazione dell’Auditorium e il rifacimento completo dello Stadio polisportivo.
«Per queste opere ci sono già le risorse, ma a breve arriveranno anche i soldi per il ponte sul Piave a Lambioi e sono convinto che arriveranno anche i 30 milioni del Pinqua con i quali avevamo programmato il parcheggio sotterraneo di Piazza Piloni, la riqualificazione di Levego, della piazza di Cavarzano e la nuova casa di riposo con l’abbattimento e rifacimento di villa Bizio Gradenigo come struttura nuova e moderna, mentre villa Gaggia Lante potrà ospitare unità abitative protette realizzando una casa di riposo a cinque stelle», prosegue Massaro.
«I tecnici comunali hanno già una perfetta conoscenza di questi progetti e siccome la parte più impegnativa è proprio quella amministrativa, credo che valga la pena affidarsi alla loro competenza. Ovviamente al netto del fatto che il sindaco sceglie i propri dirigenti di fiducia, che sono tutti in scadenza, ma hanno già lavorato non solo con noi ma anche con il centrodestra. Sono tecnici non schierati».
L’ex sindaco aggiunge poi la questione del caro energia: «Una questione che rischia di paralizzare il Comune. Nell’avanzo di bilancio abbiamo lasciato i soldi per coprire questi nuovi costi, da sbloccare con il prossimo rendiconto, ma è evidente che servono soluzioni strutturali e secondo me bisogna iniziare a ragionare come nei Paesi della Mitteleuropa, dove i lampioni sono accesi solo agli incroci».
Un’ulteriore partita è quella, politica, dell’acquisizione di Dolomiti Ambiente, che si è arenata per motivi tecnici ma anche elettorali: «Va chiusa subito se non vogliamo regalare la gestione dei rifiuti ai privati». Non vanno dimenticati poi i 2,5 milioni del Pnrr ottenuti nell’ambito sociale e che Massaro pensava di strutturare dentro la Sersa, oltre alla questione sanità: «Il depauperamento dell’ospedale di Belluno, dovuto al taglio di posti letto a favore dei privati e la mancanza di medici e infermieri», sottolinea Massaro. «Denunciai questo rischio nel 2008 mentre la Lega mi accusava di dire fandonie. In effetti mi sbagliavo: pensavo che l’ospedale sarebbe andato in crisi nel giro di 15 anni, invece è successo molto prima. Poiché la sanità dipende dalla Regione e la Lega è ora in maggioranza a Belluno, mi aspetto che nei prossimi mesi arrivino i medici e gli infermieri che servono per riaprire i reparti ospedalieri azzoppati».
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