Bando periferie, la svolta non ci sarà. Massaro: «Perderemo i 35 milioni»
belluno
«Inquietante». È questo l’aggettivo usato dal sindaco di Belluno, ieri, al termine dell’audizione dell’Anci in Commissione Bilancio alla Camera. Si è improvvisamente spento l’ottimismo di Jacopo Massaro, che fino a lunedì pensava che il blocco dei finanziamenti al bando periferie fosse un errore tecnico. «Non è stato un incontro positivo, assolutamente», dice il sindaco, «ora ognuno di noi sindaci deve riuscire a spiegare le conseguenze di questa decisione a quanti più parlamentari possibili». Ma non sarà semplice.
Nonostante si parli del bando periferie da un mese perché mette in difficoltà 87 comuni capoluogo e 9 città metropolitane per un totale di 326 comuni e 20 milioni di cittadini, i deputati intervenuti ieri hanno dato prova di non conoscere nemmeno gli elementi minimi di una macchina amministrativa, tipo la differenza tra spese correnti e spese per investimenti.
«Si genera un situazione ingovernabile», dice ancora Massaro, «perché si tolgono risorse già spese dai Comuni e non si sa chi pagherà le imprese. C’è anche un problema di responsabilità erariale di chi approverà il provvedimento che modifica a posteriori dotazioni e risorse».
Da punto di vista politico, poi, la scelta di bloccare i finanziamenti peserà in modo consistente, perché lo sblocco dell’avanzo di amministrazione che, secondo il governo, dovrebbe compensare il blocco del bando periferie, si limita a sbloccare 1 miliardo in 5 anni: «A Belluno perdiamo 35 milioni di euro per essere autorizzati a spendere 50 mila euro. Si rasenta il ridicolo», mette in chiaro Massaro. «A livello nazionale, si perdono oltre 3 miliardi per risparmiarne uno. Il conto non torna. Non sarà un congelamento per due anni: quei soldi andranno persi perché i privati si sfileranno e le opere non verranno fatte. È inconcepibile che lo Stato risparmi risorse per consentire ai Comuni di spendere soldi già loro, è un gioco delle tre carte che farà perdere ai cittadini miliardi di risorse».
Ma c’è anche una questione sicurezza: «Buona parte dei soldi del bando era destinata a opere di recupero e consolidamento antisismico o idrogeologico. Lo Stato parla tanto delle manutenzioni, ma poi toglie le risorse per farle». Infine il senso di ingiustizia: «Proprio perché avevano partecipato al bando periferie, molte città sono state escluse da altri bandi e ora si ritrovano senza la possibilità di eseguire opere fondamentali per la sicurezza dei cittadini».
Ieri la Commissione non ha raggiunto una decisione, ma fonti parlamentari di maggioranza lasciano intendere che il blocco del bando periferie, voluto dalla Lega, verrà confermato anche alla Camera con il benestare dei 5 Stelle. —
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