Bar chiuso a Quero, sarà battaglia legale
Il questore fa abbassare per 10 giorni le serrande al “Fly” per schiamazzi ma la titolare protesta: «È un locale per famiglie»
QUERO VAS Pregiudicati tra la clientela abituale, schiamazzi e rumori, una rissa finita con tre persone denunciate, e poi avventori trovati ubriachi in occasione di controlli, così come in un caso la stessa titolare. Sono queste le contestazioni per il quale il questore di Belluno, Michele Morelli, ha firmato un provvedimento di chiusura per dieci giorni del bar Fly di Quero, eseguito ieri da polizia e carabinieri.
Un provvedimento che però la titolare del locale, Stefania Fiabane, ha già contestato, rivolgendosi ieri allo studio legale Licini, forte anche del sostegno morale di amici e clienti, che descrivono il bar Fly come un posto a misura di famiglia.
Il locale di via Nazionale 74 a Quero – ha fatto sapere ieri la questura con un comunicato stampa – è finito sotto osservazione nell’ambito di un rafforzamento dei servizi di prevenzione disposti dal questore in tutta la provincia. I primi segnali erano arrivati dagli esiti di alcuni controlli e interventi delle forze di polizia nel locale.
La questura ha fatto sapere così che il locale «era divenuto abituale ritrovo di persone pregiudicate» e che «In più occasioni, inoltre, gli avventori e in un caso la stessa titolare, venivano trovati in stato di ubriachezza».
Il 7 settembre il bar Fly era stato inoltre teatro di una rissa fra tre persone, che erano state poi denunciate all’autorità giudiziaria. E negli ultimi tempi, sottolinea la questura, arrivavano chiamate al 112 e al 113 da parte di cittadini esasperati da rumori.
Su proposta della stazione carabinieri di Quero, così, il questore ha deciso il provvedimento di chiusura per dieci giorni, dopo aver verificato che, si sottolinea in questura, «il bar Fly fosse percepito dalla comunità in modo assolutamente negativo e di fatto costituisse ormai un pericolo per l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini».
La difficile convivenza tra il locale e alcuni residenti di Quero (poco lontano ci sono anche due condomini dove abitano numerose famiglie) era stata portata all’attenzione anche del Comune. «In un paio di occasioni», spiega infatti l’assessore Alberto Coppe, «in Comune si sono presentati dei residenti della zona a protestare per la musica alta a tarda notte».
Ma le contestazioni non sono andate giù alla titolare del locale, che si è rivolta allo studio Licini, pronta a dare battaglia. Sottolineando intanto che il provvedimento cautelare non attribuisce “colpe” alla esercente, che «non è tenuta a conoscere i trascorsi dei suoi clienti».
«I frequentatori del bar sono per lo più persone del paese, tranquille, e tra di loro in ottimi rapporti», è così la risposta, «la multiculturalità che in esso si respira non è mai stata un problema ma anzi una occasione di integrazione. Il locale è frequentato anche da famiglie con bambini. Spesso questi ultimi dopo scuola vengono infatti con i genitori a comprare merendine e caramelle».
La titolare, attraverso i legali dello studio Licini, fa sapere poi di aver sempre invitato gli avventori a tenere una condotta ordinata e che l’episodio della rissa era stato un caso isolato, subito sedato. Mentre la contestazione di aver esagerato con l’alcol risale ad oltre un anno fa, in un contesto particolare: non stava lavorando dietro al bancone, visto che in servizio c’era una dipendente, ma stata semplicemente festeggiando un compleanno con alcuni amici.
E di fronte ai dieci giorni di stop, e al conseguente danno economico, la barista si sta preparando assieme allo studio legale Licini a presentare ricorso contro il provvedimento del questore.<QM> (s.d.b.)
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