Barbini-De Col, sfida per Confindustria

Sono rimasti due i candidati alla presidenza. Tutti d’accordo: l’associazione dovrà essere il motore della ripresa economica
Di Francesco Saltini
Il presidente di Confindustria belluno gian domenico capellaro
Il presidente di Confindustria belluno gian domenico capellaro

BELLUNO. Sfida a due per la poltrona di presidente di Confindustria Belluno Dolomiti. Il lavoro di scrematura e analisi dei saggi sulle candidature presentate nei giorni scorsi va avanti a gonfie vele, tanto che, dopo la rinuncia di Sandro Da Rold («Guidare Confindustria per quattro anni richiede impegno, grande dedizione e soprattutto molto tempo»), sono rimasti due i nomi dei papabili successori di Gian Domenico Cappellaro: Luca Barbini (attuale vice presidente degli industriali e ceo della Piave Maitex, azienda leader in Europa per la produzione di tessuti elastici) e Jury De Col (classe 1973, già presidente dei Giovani industriali e figura di punta nella Fre Tor, l’azienda di famiglia che realizza automazioni di alta tecnologia, occupando 35 tecnici specializzati).

A selezionare il nome giusto saranno i tre saggi nominati un paio di settimane fa: Roberto Chemello (ex amministratore delegato di Luxottica), Orlando Dal Farra (socio della “Veneta Dal Farra”, azienda edile con sede a Paludi d'Alpago) e Gervasio De Col (della Fre Tor, azienda di Pieve d'Alpago, leader nel campo dell'automazione e della robotica industriale).

Il candidato scelto dai saggi dovrà presentarsi di fronte al consiglio direttivo con la squadra e il programma di governo. In caso di approvazione, il voto dovrà essere ratificato dall'assemblea delle 13 sezioni.

Luca Barbini non conferma, ma neppure smentisce, la sua candidatura: «È presto per parlarne, lasciamo che i saggi facciano il proprio lavoro. Per il momento non c’è alcunché di ufficiale».

Ha comunque le idee chiare sul ruolo che dovrà svolgere Confindustria Belluno Dolomiti nel prossimo futuro: «Dovremo continuare a essere forti, appoggiando le nostre aziende. L’obiettivo principale sarà il mantenimento dell’occupazione in provincia, ma dovremo anche muoverci per tornare a crescere. Guai commettere l’errore di pensare che qualcuno verrà a salvarci: dovremo essere noi il motore della crescita».

Un piccolo passo avanti può essere fatto anche collaborando con la nuova amministrazione provinciale: «Finalmente, dopo anni di commissariamento, potremo tornare a collaborare con la Provincia per il mantenimento delle aziende del territorio, cercando di porre rimedio alle situazioni difficili. Chiaro che dovremo batterci per avere migliori infrastrutture e per la nostra grande risorsa, che risponde al nome “turismo”. Quindi testa bassa e piedi ben piantati per terra: questa nostra caratteristica alla fine farà la differenza».

Idee chiare anche per Jury De Col: «Nella nostra provincia la crisi ha colpito a macchia di leopardo, nel senso che ci sono imprese in difficoltà, altre invece che stanno sostanzialmente bene. Quest’ultime sono le aziende appartenenti a settori che lavorano con l’estero, specie quelle che esportano i loro prodotti nei mercati emergenti. Positivi i risultati anche di chi è riuscito a cambiare identità, soddisfacendo le nuove richieste del mercato. Queste eccellenze bellunesi ci danno la possibilità di capire che il mondo non si è fermato e che ci sono nicchie di mercato che possiamo andarci a prendere. Anche perché le competenze, l’iniziativa e la volontà a noi bellunesi non mancano».

Fondamentale il ruolo che dovrà svolgere Confindustria: «L’associazione dovrà continuare ad avere un ruolo di primo piano, rappresentando una categoria fondamentale per l’economia bellunese, perché l’impresa porta ricchezza e benessere a tutto il territorio. Dobbiamo capire che mettendoci assieme, lavorando tutti per uno stesso obiettivo, potremo uscire fuori dalle sabbie mobili».

«Girando il mondo», conclude De Col, «mi accorgo che noi bellunesi abbiamo in mano un potenziale incredibile, ma facciamo fatica a unire le forze a nostra disposizione per emergere. Questa dovrà essere la missione di Confindustria».

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