«Basta cavi aerei in montagna Terna sistemi la rete e interri»

LIVINALLONGO. «Come abbiamo detto e ridetto mille volte, i cavi in aereo in montagna non si mettono». Il blackout che ha paralizzato per una giornata la parte alta della provincia (in maniera più...

LIVINALLONGO. «Come abbiamo detto e ridetto mille volte, i cavi in aereo in montagna non si mettono». Il blackout che ha paralizzato per una giornata la parte alta della provincia (in maniera più pesante l’alto Agordino) «serva come ennesima prova per non ripetere gli stessi errori nei futuri progetti di Terna, in Valbelluna come a Cortina e Auronzo», affermano i comitati civici della Valbelluna in una nota. I cittadini che da sempre chiedono l’interramento delle linee ricordano «che le reti elettriche in Agordino hanno subito interventi molto di recente, ma questo non ha impedito un nuovo blackout che ha comportato disagi per la popolazione e per i turisti. Figuratevi se succedesse durante i mondiali di sci del 2021».

«Si può fare un buon lavoro nella sistemazione della rete elettrica bellunese, come è stato fatto in Trentino. Forse questa volta, visto che a rimanere al buio è stata la Val Badia qualcosa cambierà e saremo ascoltati», continuano.

«La stessa Regione Veneto, del resto, ha preso coscienza del problema chiedendo l’interramento della linea Dolo-Camin. E poi da sempre in mare si trasporta energia in cavo perché si è costretti. È ora di farlo anche in montagna. E se l'amministratore delegato di Terna dice che la società è pronta a investire 4 miliardi di euro per sistemare la rete italiana, gli suggeriamo di cominciare ad interrare i cavi nel Bellunese. Questa terra ha dato e continua a dare molto, se si parla di energia elettrica, ma in risposta continua ad essere flagellata da inconvenienti che puntualmente ci colpiscono procurandoci danni economici e disagi».

«Le reti future si devono interrare», concludono i comitati, «nessun sindaco firmi accordi diversi da questo, qualunque sia la scusa di Terna. E dove esistono criticità importanti, sia per la salute che per il disservizio che si può creare ad ogni rottura, lo deve pretendere». (a.f.)

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