«Basta con un sistema sanitario “mordi e fuggi”»

BELLUNO. «Basta con un servizio sanitario mordi e fuggi. Qui il cittadino paga fior di quattrini per la sanità sia tramite le tasse sia con il ticket e la quota fissa regionale, ma i servizi gli...

BELLUNO. «Basta con un servizio sanitario mordi e fuggi. Qui il cittadino paga fior di quattrini per la sanità sia tramite le tasse sia con il ticket e la quota fissa regionale, ma i servizi gli vengono tolti sotto il naso. E così dopo pochi giorni di ricovero, un paziente viene mandato a casa, finendo a carico dei servizi sociali e quindi del Comune ma anche dando fondo ai propri risparmi per poter pagare tutto questo. È una vergogna, siamo di fronte ad una pratica disdicevole».

A prendere una posizione alquanto severa sulle cosiddette “dimissioni rapide” è anche Ottorina Bompani, referente provinciale di Cittadinanzattiva e del tribunale del malato (che ha sede all’interno dell’ospedale San Martino al piano terra accanto alle casse).

«La sanità non può fare cassa sulla pelle dei cittadini», sbotta ancora la Bompani contrariata da questa situazione. «E moltissimi sono i cittadini che si rivolgono ai miei uffici per denunciare questa pratica per cui dopo pochi giorni da un ricovero uno viene dimesso, anche se magari non è in grado di badare da solo a se stesso. Dov’è andato quel concetto alto di servizio pubblico come era un tempo? Ora invece per qualsiasi prestazione ti chiedono dei soldi facendo di fatto saltare quel concetto di pubblico, che è rimasto soltanto a parole e non è nei fatti. E intanto aumenta il malcontento dei cittadini e dei pazienti sempre più abbandonati a se stessi e alle famiglie, che vengono caricate di doveri e responsabilità che non sono loro».

Bompani si dice contrariata, anche di fronte al deficit previsionale dell’Usl 1 per il 2017 che ammonta a 33 milioni di euro. «Come è possibile che l’operazione di fusione che doveva portare dei risparmi invece si sia rivelata più dispendiosa dei costi stessi della montagna? C’è qualcosa che non torna. Vorrei capire da cosa è creato questo buco. E poi ci dicono che i servizi non vengono toccati... Qui il malcontento della gente cresce di giorno in giorno per le prestazioni sanitarie che riceve».

La referente provinciale evidenzia inoltre il problema delle liste di attesa. «O meglio del fatto che sempre di più i pazienti che devono sottoporsi a visite di controllo si vedono rinviati non più alla scadenza solita (un anno o sei mesi o altro), ma queste visite vengono posticipate. Anche gli stessi operatori si lamentano: non trovano più la motivazione per fare questo lavoro. Perché si trovano in strutture dove non ci sono più stimoli».

Per Ottorina Bompani, quindi, «ci troviamo di fronte ad un depauperamento dei servizi sanitari che non possiamo permetterci. Dobbiamo agire in modo che non vengano tagliati posti letto negli ospedali della provincia, in modo che i servizi in montagna rispettino gli stessi canoni che in pianura. E dobbiamo esigere le risorse adeguate per poter garantire servizi e qualità anche in montagna». (p.d.a.)

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