«Basta tagli alla sanità di montagna»

AGORDO. «Serve un confronto con la Regione». È praticamente unanime l’appello arrivato anche ieri dai sindaci presenti all’esecutivo della Conferenza dell’Usl 1 dell’Agordino. Il giro di...

AGORDO. «Serve un confronto con la Regione». È praticamente unanime l’appello arrivato anche ieri dai sindaci presenti all’esecutivo della Conferenza dell’Usl 1 dell’Agordino. Il giro di consultazioni che il presidente, il primo cittadino Jacopo Massaro, sta effettuando in questi giorni su tutto il territorio dell’Usl 1 è culminato ieri nell’incontro in Agordino. Presenti 11 dei 16 amministratori che ne fanno parte. «Una presenza importante, segno che l’argomento è molto sentito e importante e non poteva essere altrimenti», confessa l’assessore di Agordo, Nadia Dall’Agnola che ieri ha presenziato al posto del sindaco Da Roit. D’altra parte nella vallata agordina di sanità si parla da tanti anni ormai per i continui tagli messi a punto dai diversi piani sociosanitari regionali. «Serve un ragionamento complessivo sulla sanità di montagna. Non si può pensare che i tagli praticati tra Agordo e Pieve di Cadore capitino anche a Belluno che invece di diventare ospedale hub, si troverebbe ad essere un satellite di Treviso», dice anche il primo cittadino di Livinallongo, Leandro Grones (in foto). «Da anni le nostre strutture ospedaliere vivono nell’incertezza del loro futuro, e oggi è arrivato il momento di dire basta. Qui abbiamo già dato, che si vada a razionalizzare da altre parti. La cosa importante, però», prosegue ancora Grones, «è che ogni struttura abbia delle specializzazioni, delle eccellenze». Al termine delle consultazioni degli enti locali dell’Usl 1 gli esecutivi incontreranno anche quelli del Feltrino per redigere una sorta di libro bianco della sanità contenente le richieste del territorio da presentare al tavolo regionale.

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi