Bcc: «Una banca che s'ha da fare»
Il giudizio degli esperti sull'Istituto che si sta cercando di far nascere
Giorgio Azzalini a destra con il sindaco di Sovramonte
BELLUNO.
«La Bcc di Belluno e Feltre, una banca che s'ha da fare», parola di Massimo Malvestio, avvocato e revisore contabile, considerato uno dei massimi conoscitori del mondo del credito cooperativo italiano, e di Amedeo Piva, presidente della Federazione Veneta delle Banche di credito cooperativo, il consorzio che riunisce le bcc della regione. I due esperti hanno espresso il loro sostegno al lavoro del comitato promotore della nuova banca della Valbelluna durante i convegni che si sono svolti lo scorso venerdì a Belluno, al centro diocesano, davanti a una platea di sottoscrittori e di amministratori: erano presenti, tra gli altri, il sindaco Antonio Prade, l'assessore comunale Luciano Reolon e il consigliere provinciale Maria Cristina Targon che hanno pubblicamente sottoscritto le loro quote della nuova banca e a Feltre, in sala degli affreschi, davanti a un folto pubblico formato da cittadini, politici e imprenditori, tra i quali il sindaco Gianvittore Vaccari e il direttore generale di Lattebusche Antonio Bortoli. «In Veneto - ha evidenziato Malvestio - operano 41 banche di credito cooperativo, per un totale di 540 sportelli che danno lavoro a più di 4.000 dipendenti. In provincia di Belluno ne esiste soltanto una, quella di Cortina. E questa è un'evidente anomalia». Secondo l'avvocato trevigiano le banche di credito cooperativo rappresentano una grande risorsa per il territorio e sono l'espressione della sua vitalità economica: «Le aree del Veneto che dagli anni '60 in poi hanno visto svilupparsi un'imprenditorialità diffusa e dinamica hanno visto crescere di pari passo l'influenza e l'importanza delle varie Bcc». Malvestio ha quindi citato alcuni esempi di banche virtuose, come la banca di credito cooperativo dell'Alta Padovana, i cui soci nel 1976 erano poco meno di 600 e oggi sfiorano i 6.000, con un patrimonio di 200 milioni di euro, una raccolta diretta di quasi un miliardo e 300 milioni e 260 dipendenti. «Per la Valbelluna - ha concluso - la creazione di una "banca del territorio" sarebbe una grande opportunità. E' però necessario che il progetto sia fortemente voluto e condiviso a livello diffuso dalla popolazione: non basta raggiungere il capitale minimo richiesto dalla legge per costituire una banca solida che contribuisca a rendere floride le comunità in cui opera». «Spero che la prossima occasione di tornare nel Bellunese mi sia data proprio dall'inaugurazione della primo sportello della Bcc di Belluno e Feltre. Certo, il periodo che stiamo attraversando non è tra i più favorevoli per la nascita di nuovi istituti di credito, però vanno riconosciuti il lavoro e i risultati già raggiunti dal comitato promotore della bcc della Valbelluna», ha affermato Amedeo Piva durante il suo intervento, nel quale ha evidenziato le peculiarità del credito cooperativo.
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