Beccati due giostrai autori di più truffe ai danni di anziani
PIEVE DI CADORE. Inchiodati due giostrai residenti nel Trevigiano che, spacciandosi per dipendenti delle Poste, avevano messo a segno numerosi colpi ai danni di anziani tra Veneto e Friuli: si tratta di padre e figlio, R.E del 1964 e R.S. del 1995, entrambi con precedenti di polizia specifici, responsabili di una decina di raggiri a partire da dicembre 2015.
L’operazione è scattata mercoledì, quando i militari della stazione di Pieve (che hanno condotto l’indagine), coadiuvati dai colleghi del Nucleo operativo di Cortina e delle stazioni di Roncade (Treviso) e Bibione (Venezia), hanno rintracciato i due uomini nel paese del Trevigiano e hanno notificato loro l’ordinanza di esecuzione delle misure cautelari disposte dal Tribunale di Belluno: custodia cautelare in carcere per il padre e obbligo di dimora per il figlio.
L’indagine era partita in aprile, quando ai carabinieri di Cortina era stata segnalata la presenza in zona Perarolo di due soggetti a bordo di una Cinquecento che, dichiarandosi dipendenti delle Poste, si erano presentati alla porta di un’ ottantenne chiedendo informazioni circa le modalità di ritiro della pensione e parlando della necessità di dover procedere ad un controllo sulla genuinità delle banconote appena incassate nell’ufficio.
In quel caso il comportamento sospetto della coppia aveva messo in allarme la signora, la quale, decidendo saggiamente di fare intervenire il figlio, aveva messo in fuga i finti dipendenti delle Poste. L’immediato arrivo di una vettura dei carabinieri aveva poi permesso di fermare l’auto con a bordo i truffatori prima che lasciassero il Cadore.
I due, alla vista dei militari, avevano sin da subito dimostrato un comportamento altamente sospetto, gettando dal finestrino una busta nella vana speranza di eludere il controllo. La cosa non era però sfuggita ai carabinieri che, dopo aver verificato la corrispondenza dei due uomini con la descrizione fisica fornita dalla segnalazione telefonica, avevano recuperato la busta verificando come la stessa contenesse un falso tesserino della Poste, grossolanamente artefatto, ed un libretto postale tipo bancomat, con intestazione e codici identificativi abrasi. Nella considerazione che gli elementi raccolti lasciavano presumere abitualità ed organizzazione nel porre in essere truffe a danno di anziani, non avendo comunque al momento sufficienti prove per inchiodarli, i carabinieri avevano portato padre e figlio in caserma per foto-segnalarli e prenderne le impronte digitali, salvo poi lasciarli andare.
Sotto il costante coordinamento del sostituto procuratore del Tribunale di Belluno, Marco Faion, incrociando le testimonianze delle vittime, le risposte dei vari Comandi Arma in cui erano stati denunciati analoghi reati sul territorio, la corrispondenza tra la geo-localizzazione dei cellulari in uso ai due truffatori e i luoghi teatro dei colpi, è stato così possibile costruire un quadro accusatorio in grado di configurare in capo ai due giostrai i reati di concorso in indebito utilizzo continuato di carte di pagamento, furto in abitazione aggravato e ricettazione aggravata. Finora accertati in tutto 11 differenti episodi che hanno fruttato al duo oltre 12.000 euro; ma è probabile che il numero sia più elevato ed è in questo senso che proseguono tuttora gli accertamenti dei carabinieri.
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