«Bella ciao non era adatta» «È sempre stata eseguita»
BELLUNO. «Oggi (ieri, ndr) è il 25 aprile, festa della Liberazione partigiana e della fine della seconda guerra mondiale. Da tradizione, “Bella ciao” è presa come inno della lotta di resistenza. E, sempre da tradizione, nel momento di deposizione della corona ai caduti, viene suonato, solo con la tromba, il “Silenzio”. Esattamente quello che è stato fatto durante la cerimonia odierna». A precisarlo è Sandro De Marchi, uno dei due direttori del complesso bandistico “Città di Belluno”, che ieri ha accompagnato la celebrazione in piazza Martiri.
Celebrazione a cui ha fatto seguito un commento di un cittadino, Renato Bogo, alpino, che in una lettera scrive: «È la prima volta che al momento della deposizione della corona in memoria dei caduti la fanfara comunale intona “Bella ciao”. Uno scandalo, perché da sempre i caduti si onorano con l’“Inno del Piave”. Non se tutto sia stato voluto dall’amministrazione o se sia stato un errore del direttore della fanfara. Certo è che l’ho ritenuta una mancanza».
«Nessuna scelta dell’amministrazione, che non interviene in merito ai brani da eseguire. E nessun errore da parte nostra», precisa De Marchi. «Non c’è stato niente di diverso rispetto alle celebrazioni degli scorsi anni. Un pubblico attento ha ben sentito che la deposizione è stata accompagnata dal “Silenzio”. E “Bella ciao” è sempre eseguita in occasione del 25 aprile. L’“Inno del Piave”, fiume sacro alla Patria, è invece utilizzato nelle cerimonie legate alla prima guerra mondiale, così come per il 1° novembre, festa della Liberazione della città di Belluno». Insomma, nelle celebrazioni di ieri non c’è stato nulla di diverso dal solito. E quindi nessuna politicizzazione dell’evento. Il consigliere Francesco Pingitore, presente alla cerimonia, invita a concentrarsi sui problemi reali: «Visto che si avvicina il 1° maggio», afferma, «pensiamo a tutte le persone in grande difficoltà a causa della mancanza di lavoro». (m.r.)
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