Belluno: abusi su minore, anziano indagato
Sorpreso da un vicino mentre è appartato nella legnaia con un bambino. Il fatto risale ad un mese fa a Belluno. Violenza sessuale e atti osceni le accuse ipotizzate dalla procura
L’ingresso principale del palazzo di giustizia di Belluno
BELLUNO. Un anziano bellunese è finito sotto inchiesta con una duplice infamante accusa: violenza sessuale su minore e atti osceni. L'uomo, di 88 anni, avrebbe attirato nella legnaia attigua alla sua abitazione un ragazzino di circa 10 anni e lì l'avrebbe costretto a subire un particolare atto sessuale. Bocche cucite, in procura dove sono stati avviati gli accertamenti urgenti, dopo aver ricevuto la denuncia dei genitori del minorenne.
Ad occuparsene è il pm Simone Marcon. La vicenda risale all'ultima settimana di giugno, un mese fa, ed è coperta dal riserbo più stretto. Il fatto sarebbe avvenuto all'interno di una legnaia, annessa all'abitazione dell'anziano, a Belluno.
L'uomo, a dispetto della sua età, classe 1923, descritto come il "classico anziano in gamba", che dimostra meno anni di quanti in realtà ne abbia, avrebbe allungato le mani sulle parti intime del ragazzino, costringendolo ad una sorta di atto di auto-erotismo. Del fatto si stanno occupando le forze dell'ordine, che, appena dopo aver ricevuto la denuncia dei genitori del ragazzino, hanno avviato accurate indagini, coperte, però, da uno stretto riserbo, vista anche la delicatezza del caso che ha come presunta vittima un minorenne. Sono stati sentiti i principali protagonisti della vicenda. E, stando alle poche notizie filtrate sul caso, a corroborare l'accusa, ci sarebbe un super-testimone che inchioderebbe l'anziano alle sue responsabilità. Si tratterebbe di un vicino di casa che, mentre portava a spasso i cani, si sarebbe avvicinato alla legnaia e, attraverso un'apertura, tra le assi di legno, avrebbe visto la scena. Sentito dalle forze dell'ordine, l'uomo avrebbe confermato le accuse. L'inchiesta è soltanto all'inizio. L'anziano è indagato a piede libero con le accuse di atti osceni e violenza sessuale. Due accuse per le quali si rischiano pesanti condane. Il reato di atti osceni (l'articolo 527 del codice penale) è punito con la reclusione da tre mesi ad un massimo di tre anni. Molto più pesante, invece, l'accusa di violenza sessuale per la quale si rischiano anni di galera. In questo caso, c'è anche l'aggravante che la vittima è un minorenne.
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