Belluno, acqua: l'Ato rivedrà il piano d'ambito

Meno investimenti sugli acquedotti per ripianare il buco milionario
C’è attesa per i rincari della tariffa del servizio idrico
C’è attesa per i rincari della tariffa del servizio idrico
BELLUNO.
Per risanare il buco milionario di Bim Gsp, l'Ato si impegna a rivedere il piano d'ambito e a cercare contributi alternativi per non pesare sulle tasche dei contribuenti. E' la decisione presa dal comitato istituzionale dell'Ato (presenti il presidente Bottacin e i rappresentanti di vallata Fabio Da Re per Belluno, Loredana Barattin per l'Alpago, Ugo Ruaz per l'Agordino, Maria Teresa De Bortoli per il Feltrino e Andrea Fiori per il Cadore), che ha sottoscritto una richiesta formale ai vertici di Gsp.

«Come Ato», spiega Bottacin, «chiederemo a Gsp di certificare in 14,5 milioni di litri il fabbisogno idrico annuale per i bellunesi e di non incrementare in futuro i costi di gestione. Una forte assunzione di responsabilità per i vertici societari, perché è bene non dimenticare che questa situazione nasce da un errore di valutazione dei volumi venduti e da una tardiva ricognizione sullo stato dei depuratori e degli acquedotti».

Ma il vero lavoro che attende l'Ato sarà capire come ripianare il buco: a breve sarà formalizzata a Gsp la richiesta di condivisione del nuovo metodo di ricarico delle bollette, sempre seguendo le indicazioni dell'Autorità per le tariffe (Conviri). «Il nostro obiettivo», spiega Bottacin, «sarà rivedere le tariffe e il piano d'ambito, un lavoro che sarà portato avanti dal comitato istituzionale. La prossima settimana incontreremo le assemblee di vallata per esporre la situazione che è andata a crearsi, poi proporremo la nostra decisione all'assemblea d'ambito, composta dai 66 sindaci bellunesi».

Già, ma come recuperare i soldi? Scartata la proposta dell'aumento annuale del 5% della tariffa per non far ricadere solo sui cittadini le reponsabilità altrui («per ripianare il debito», spiega Bottacin, «dovremo aumentarla fino al 2031), rimane una sola manovra da eseguire: la rivisitazione del piano d'ambito. «In primis dovremo capire dove e come ridurre gli investimenti su acquedotti e depuratori, poi chi di dovere dovrà muoversi per reperire risorse alternative. In questa ottica, i sindaci dovranno verificare se sia possibile girare al servizio idrico integrato un contributo del Consorzio Bim destinato alla metanizzazione. Una volta fatto ciò, capiremo come potrà essere adeguata la tariffa. Un aumento ci sarà, ma non dovranno essere i cittadini a ripianare il buco».

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