Belluno: al teatro comunale il Molière di Lavia, uomo tormentato dalle tante paure

Sabato e domenica (ore 20,45) l'attore-regista recita "Il malato immaginario"
Gabriele Lavia in una scena
Gabriele Lavia in una scena
BELLUNO. Esattamente sette anni fa, Gabriele Lavia portava al Teatro Comunale di Belluno il personaggio molièriano sinonimo di avarizia, quell'Arpagone tormentato dall'angoscia di venir derubato, una paura che nasconde quella più tragica della morte. Sabato e domenica (ore 20,45) Lavia ritorna sul palcoscenico della nostra città, come allora, nel ruolo del regista e protagonista e ancora con un classico di Molière: "Il malato immaginario". Argante è ipocondriaco, ciò che lo tormenta può essere paragonato alla paura di vivere. Il cerchio sembra quindi chiudersi così: paura di vivere e paura di morire.

Dice l'attore regista: «Molière, uno degli autori che hanno fatto la nostra storia, la nostra cultura di occidentali, ci ha consegnato un uomo in bilico tra paura e depressione, tormenti immaginari e illusioni di grandezza. La sua malattia è la vita, la vita di tutti i giorni, della famiglia, della società».

Anche questo capolavoro molièriano è di sicuro congeniale all'attore per la qualità della drammaturgia e lo spessore dei personaggi, per l'ironia che lo percorre e per la molteplicità delle diverse chiavi di lettura che esso offre, messaggi sotterranei che a un regista contemporaneo offrono la possibilità di ampliare di molto i confini della commedia, di guardare, di mostrare, attraverso le ossessioni di Argante, i tic e le debolezze dell'uomo, di descrivere le ombre, la società, le comunità che lo circondano, paragonandole a quelle di oggi...

"Il malato immaginario" narra le disavventure di Argante che vive spiando i segni di possibili malattie, mentre si convince che non vi sia nulla di più importante delle medicine diventate a poco a poco suo unico nutrimento. Della sua follia ne approfitta la seconda moglie che, sperando di farsi nominare unica erede, asseconda le manie del marito con l'aiuto di due dottori ciarlatani. Argante vorrebbe dare in sposa la figlia a un giovane fresco di studi medici per assicurarsi un dottore in casa, ma Angelica non lo vuole perché ama Cleante. Da qui mascheramenti, intrighi, imbrogli... Ma a demolire tutto questo sarà la saggia cameriera Antonietta che suggerisce ad Argante di fingersi morto per poter scoprire la verità.

Proprio a questa commedia è drammaticamente legata la fine dell'autore: il 17 febbraio del 1673 Molière, che interpretava Argante per la quarta volta, portò a termine la rappresentazione nonostante il suo grave stato di salute, morendo poche ore dopo.

Lo spettacolo è una produzione Teatro Stabile dell'Umbria-Compagnia Lavia Anagni, su testo di Molière tradotto da Chiara De Marchi; in scena Gabriele Lavia con la figlia Lucia, Pietro Biondi, Gianni De Lellis, Giorgio Crisafi, Barbara Begala, Mauro Mandolini, Vittorio Vannutelli, Giulia Galiani, Andrea Macaluso, Michele Demaria. Scene di Alessandro Camera, costumi Andrea Viotti. Info (0437-940349) e prenotazioni presso la biglietteria del Teatro Comunale di Belluno, da oggi a domenica 28 novembre, tutti giorni dalle 11 alle 13 e dalle 17 alle 20.

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