Belluno, allarme del Sert: la prima sbronza arriva a 14 anni
Molto dipende dalla famiglia: se negligente o autoritaria il consumo cresce
Alfio De Sandre
BELLUNO. Il 36% dei ragazzi di 15 anni consumano settimanalmente l'alcool, mentre il 25% dei quindicenni si è ubriacato almeno 2 o più volte. È allarme nel Sert di Belluno per l'abuso di alcool. Un abuso che è collegato, come ha spiegato ieri il direttore del dipartimento delle dipendenze, Alfio De Sandre al convegno sui problemi degli adolescenti, anche al tipo di famiglia da cui si proviene. «I giovani che vengono da famiglie negligenti, cioè che non si prendono carico del problema o autoritarie hanno maggiori problemi rispetto a quelli i cui genitori sono autorevoli, cioè danno regole chiare e coerenti. Inoltre, gli stessi genitori hanno un atteggiamento più protettivo nei confronti dei figli che di controllo. Un costume che non porta dei buoni frutti», commenta De Sandre. Ma tra i molti dati presentati, emerge anche l'incremento dell'uso di alcool tra le giovanissime tra i 14 e 17 anni che in pochi anni è cresciuto del 4.6%. «La prima ubriacatura avviene intorno ai 14 anni e mezzo, e la cosa preoccupante è che prima avviene più i problemi sono grossi». Un altro aspetto che desta preoccupazione è che sempre più i ragazzini vogliono imitare gli adulti, non solo nell'atteggiamento, ma anche nei comportamenti da quelli sessuali a quelli relativi all'abuso di sostanze. Ma è allarme anche nel campo della dipendenza da sostanze stupefacenti. Nell'ultimo anno, l'uso di stimolanti chimici, quali anfetamine o simili è stato del 10.7%. «Nella nostra provincia quest'uso è unito sempre al bere. E questo nell'individuo comporta la sommatoria degli effetti delle due sostanze: azione stimolante dell'anfetamina e depressiva dell'alcool, un mix terribile che mette in serio rischio la salute dei consumatori. Consumatori che, per quanto riguarda Belluno, sono concentrati nella fascia tra i 20 e i 29 anni, anche se l'anno scorso, al Sert è arrivato anche un ragazzino con meno di 15 anni», sottolinea il direttore del servizio che aggiunge: «I minori che vediamo sono mandati dal Tribunale dei minori in seguito a reati di spaccio o guida in stato di ebbrezza». Ma quello che preoccupa è il ritorno al consumo dell'eroina per lo più fumata e sniffata «i cui effetti sono uguali a quelli provocati dall'iniezione in vena. Il problema è molto serio e dipende dalla ripresa del mercato soprattutto nell'lultimo anno». Grave, secondo De Sandre, anche la «normalizzazione dell'uso di cannabis, vale a dire che ormai farsi uno spinello è diventata una cosa normale non solo tra i giovani, ma anche e soprattutto tra gli adulti che quindi sminuiscono i danni del suo consumo e questo abbassa la guardia sul fenomeno e l'uso si incentiva».
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