Belluno: alpino investito, la perizia «inchioda» l'autista

Chiesto il processo di un bellunese per la morte di un giovane veneziano in un incidente. L'indagato non si fermò a soccorrerlo
La motocicletta dell’alpino veneziano dopo l’incidente
La motocicletta dell’alpino veneziano dopo l’incidente
BELLUNO. La perizia sull'auto ha dato i riscontri che gli investigatori si aspettavano. Per questo motivo la procura della Repubblica di Belluno ha chiuso in fretta l'inchiesta che vedeva indagato un bellunese di 33 anni ed ora ha formalmente chiesto al gup di processarlo per i reati di omicidio colposo ed omissione di soccorso nei confronti di Andrea Campana, l'alpino veneziano morto in un incidente stradale a Belluno, il 6 aprile 2009, all'età di 21 anni. Si tratta di un incensurato, con doppia attività di libero professionista ed insegnante. Sarebbe, dunque, stato lui alla guida dell'auto che venne a contatto col motociclista veneziano mentre percorreva via Miari, all'altezza di Pezzoneghe. Il caporalmaggiore degli alpini trovò la morte in fondo ad una scarpata. Nonostante l'urto, l'auto proseguì la sua corsa, senza fermarsi. L'inchiesta sulla morte del giovane militare urtato da un auto-pirata ha avuto la classica svolta a fine novembre 2010, quando le forze dell'ordine, su disposizione della procura della Repubblica di Belluno, notificarono all'indagato, un avviso di garanzia con le pesanti ipotesi di accusa di omicidio colposo e omissione di soccorso. La sua macchina fu posta sotto sequestro e portata in una carrozzeria del Bellunese per essere sottoposta ad una perizia. All'esito della perizia, verso la fine di dicembre, la procura ha inviato all'indagato l'avviso di conclusione delle indagini a suo carico ed ora la procura ha chiesto formalmente al gup il suo rinvio a giudizio. Dunque, la procura ritiene di aver identificato nel 33enne bellunese l'uomo che era alla guida di quell'auto scura, di media cilindrata, che poco dopo le 17 del 6 aprile di due anni fa rimase coinvolta nell'incidente, senza poi fermarsi. Secondo la ricostruzione della Polstrada, Campana, quel giorno, era in sella alla Honda Deauville 650, ereditata dal padre, e stava tornando a Tessera per trascorrere la licenza di Pasqua con la madre. Mentre percorreva via Miari, sulla strada che porta al casello dell'A27, la Belluno-Venezia, il centauro s'era trovato dietro ad un'auto scura, di media cilindrata. Fu una questione di frazioni di secondo. Campana iniziò il sorpasso dell'automobile proprio nel momento in cui il mezzo si era spostato a sinistra per il sopravanzare di un'altra macchina, sbarrandogli di fatto la strada. L'urto fu inevitabile. La motocicletta finì contro il guard-rail, scivolando poi sull'asfalto per 150 metri. Il giovane volò oltre la barriera, finendo contro un palo di cemento in fondo ad una scarpata. L'autista dell'utilitaria non si fermò per prestare i primi soccorsi. Continuò tranquillamente la sua corsa verso Ponte nelle Alpi. Quando l'equipaggio del 118 arrivò sul posto, per Campana ormai non c'era più nulla da fare. Morì pochi minuti dopo il suo ricovero al pronto soccorso del "San Martino". Stando ad indiscrezioni, sarebbe stato un super-testimone, forse per una crisi di coscienza, a mettere, a mesi di distanza dal fatto, gli investigatori sulla pista che ha portato ad indagare un bellunese di 33 anni. Quel giorno, l'indagato sarebbe stato alla guida della sua macchina assieme ad un'altra persona, che è già stata sentita dagli investigatori.

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