Bambini senza cibo in mensa, il Comune di Belluno: «Dopo le vacanze tutti avranno il pasto»
Due famiglie sono state aiutate dai servizi sociali per il pagamento della mensa scolastica. L’assessore Olivotto garantisce che dal 7 gennaio tutti gli scolari continueranno a mangiare a scuola
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Due famiglie sono state prese in carico dai servizi sociali del Comune. Si è quindi ridotto da otto a sei il numero dei bambini che non potrebbero mangiare a scuola, perché i loro genitori non sono in regola con i pagamenti del servizio mensa.
Ma l’assessore Roberta Olivotto assicura e rassicura: «Dal 7 gennaio tutti continueranno a mangiare a mensa, questo è pacifico». A nessuno verrà negato il pasto.
Chi pagherà il servizio alla ditta Dussmann, che ha in appalto la ristorazione scolastica per conto del Comune? «Il Comune è sempre stato disponibile a farlo, ma attraverso i servizi sociali», precisa l’assessore Olivotto. «Non possiamo dare i soldi alla ditta direttamente, ma prendere in carico le famiglie. Questo è quello che stiamo cercando di fare».
Municipio aperto
Lo dice, l’assessore, alla fine di una mattinata trascorsa nell’ufficio del sindaco a Palazzo Rosso, in attesa che le famiglie in difficoltà con il pagamento dei pasti si presentassero.
Ieri il municipio è stato aperto dalle 9 alle 12. Un’apertura straordinaria, come aveva annunciato la stessa Olivotto nel consiglio comunale del 20 dicembre, per facilitare mamme e papà che lavorano e che durante la settimana non potrebbero avere il tempo per recarsi in Comune.
Ieri mattina non passava di certo inosservato il portone di legno del municipio spalancato. Nè la presenza di cartelli in più lingue (italiano, inglese, francese e spagnolo) che indicavano come raggiungere l’ufficio del sindaco.
«Purtroppo non si è presentato nessuno», spiega Olivotto. «Abbiamo mandato una prima lettera in italiano alle famiglie, invitandole a rivolgersi ai servizi sociali, non appena sono venuta a conoscenza dei nominativi (era il 4 dicembre, come disse l’assessore in consiglio comunale,ndr). Poi abbiamo inviato un’altra lettera in più lingue, ipotizzando che il mancato avvicinamento fosse dovuto a barriere linguistiche. Sono state mandate anche mail». Ma ieri mattina nessuna delle sei famiglie si è presentata.
L’attività degli uffici
«Ora solo allo studio altre modalità di avvicinamento», continua Olivotto. «Altrimenti, se anche queste non dovessero funzionare, dovremo valutare di rivolgerci alle autorità competenti nel campo della tutela dei minori, in modo da attivare i servizi sociali secondo questo percorso».
Olivotto infatti ribadisce che «i servizi sociali si possono attivare su richiesta delle famiglie o delle autorità competenti per la tutela dei minori». Non possono, dice sempre l’assessore, andare fisicamente a casa delle famiglie interessate.
Il ritorno in classe
Si aspetta, quindi, nell’attesa che ricomincino le lezioni dopo le vacanze di Natale. Il 7 gennaio i bambini torneranno in classe e a Quartier Cadore si riproporrà il “caso mense”. Ma, assicura Olivotto, «dal 7 tutti i bambini continueranno a mangiare a scuola, questo è pacifico». Ci sarebbero già accordi con la ditta in tal senso.
Nel frattempo, il Comune continuerà a cercare di avvicinare le loro famiglie, per capire come aiutarle se ci sono situazioni di difficoltà tali per cui non riescono a pagare il servizio di mensa scolastica.
L’attività condotta finora, dice sempre l’assessore Olivotto, ha avuto successo con due di loro: «Grazie al lavoro degli uffici, due famiglie sono state prese in carico», conclude. Ne rimangono sei. Ma ai bambini, a quanto si apprende, non sarà negato il pasto dal 7 gennaio, quando torneranno a scuola dopo le lunghe vacanze.
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