Belluno, blitz animalista in Alpagocontro l'allevamento di agnelli
Gli attivisti animalisti, per protestare contro le uccisioni degli agnelli in periodo pasquale, hanno colpito nei cinque comuni dell’Alpago. Locandine con le immagini di un agnello sgozzato e la scritta “La strage degli innocenti". Ma gli allevatori replicano: "Rispettiamo la legge"
ALPAGO.
«Noi facciamo il nostro lavoro secondo le regole stabilite dalla legge, se gli animalisti hanno bisogno di visibilità non è affar mio». E’ categorico Alessandro Fullin, vice presidente della cooperativa Fardjma che promuove e incentiva l’allevamento della pecora alpagota, dopo il blitz compiuto nella notte tra domenica e ieri dal gruppo 100% animalisti.
Gli attivisti animalisti, per protestare contro le uccisioni degli agnelli in periodo pasquale, hanno colpito nei cinque comuni dell’Alpago. Locandine con le immagini di un agnello sgozzato e la scritta “La strage degli innocenti. A Pasqua 2 milioni di agnelli verranno uccisi, fermiamo questo massacro” sono state appese alle vetrine delle macellerie della Conca, accanto ai cartelli che indicano i pascoli della razza alpagota e sotto le insegne dei Comuni.
«Sono ormai tre anni che fanno questa protesta», contesta Fullin, «ma ancora non ho capito se vogliono solo fare un exploit la settimana prima di Pasqua o se vogliono parlare con noi. Io non conosco queste persone, e non mi metto a cercarle. Questa cosa non mi riguarda», conclude categorico.
Anche il presidente della Comunità montana Alberto Peterle è critico nei confronti del blitz animalista: «Che alternative propongono loro?», si chiede, aggiungendo che la Cm «ha sempre incentivato l’allevamento della pecora alpagota, non trarne vantaggio per promuovere la Conca sarebbe assurdo».
D’accordo gli amministratori locali, per i quali «l’agnello è una risorsa del territorio, e come tale va sfruttata». Anche perché, spiega il sindaco di Pieve Erminio Mazzucco, «non mi pare proprio che qui ci siano delle stragi, visto che si tratta di una razza pregiata». Certo, «ognuno è libero di pensarla come vuole», dice il primo cittadino di Chies, Loredana Barattin, «ma togliere anche questa risorsa al territorio non sarebbe positivo». Tutt’altro. «Ci sono delle aziende agricole che devono vivere», conclude il sindaco di Farra Floriano De Prà.
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