Belluno: braccio di ferro tra vigile ed elettricista
Il giudice archivia la querela contro l'imprenditore. Il giudice archivia la querela contro l'imprenditore. Oggetto del contendere tra le due controparti un posto macchina, vicino alle rispettive abitazioni
Una vicenda di screzi tra vicini di casa è approdata in un’aula del tribunale a Belluno
BELLUNO.
Il giudice delle indagini preliminari Giorgio Cozzarini ha accolto la richiesta del pubblico ministero Antonio Bianco di archiviare l'inchiesta che vedeva un imprenditore bellunese, l'elettricista M.D.M., 66 anni (difeso dall'avvocato Stefano Bettiol), contrapposto ad un vigile urbano M.C., 34 anni di Belluno.
Oggetto del contendere tra le due controparti un posto macchina, vicino alle rispettive abitazioni. Il vigile, infatti, lamentava spesso di essere costretto ad effettuare molte manovre per uscire dall'area dove era solito posteggiare la sua macchina a causa dei veicoli lasciati dall'impreditore e dai suoi dipendenti nella zona. Alcune volte sarebbe stato costretto a chiedere alla moglie di portarlo al lavoro in quanto non riusciva a spostare la sua automobile.
La querelle tra vigile urbano e imprenditore è andata avanti per tutta l'estate del 2010, finché il rappresentante delle forze dell'ordine non ha deciso di prendere in mano carta e penna e sporgere querela per violenza privata contro il suo vicino di casa. All'accusa di violenza privata s'è aggiunta anche quella di diffamazione in quanto M.D.M. aveva scritto al comando dei vigili urbani di Belluno per lamentarsi del vicino di casa, sottolineando il suo presunto "comportamento a dir poco incivile ed arrogante, di una persona che per il ruolo lavorativo che svolge dovrebbe essere di esempio ai cittadini".
Per due volte la vicenda è approdata davanti al gip: la prima volta, nel dicembre scorso, il giudice Cozzarini ha ordinato nuove indagini sul caso, la seconda, due settimane fa, ha disposto la definitiva archiviazione del caso. Il gip ha accolto la richiesta del pm. Il difensore di M.D.D., l'avvocato Stefano Bettiol, aveva depositato agli atti un'ampia memoria difensiva nella quale si sottolineava che l'imprenditore bellunese ad ogni richiesta del vigile aveva sempre spostato l'auto per agevolargli la manovra d'uscita ed inoltre non aveva mai adottato una condotta violenta o minacciosa (requisiti perché si concretizzi il reato). Inoltre la lettera aveva un contenuto di doglianze e non diffamatorio.
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