Belluno: carabinieri in villa in cerca di armi

Reparti dell'Arma in sopralluogo a casa Brogliati dopo i mitra e proiettili della Seconda Guerra mondiale ritrovati sette giorni fa
I carabinieri di Rio Marina
I carabinieri di Rio Marina
BELLUNO. Armi della seconda guerra mondiale a Villa Brogliati, in via Feltre: ieri l'ultima bonifica dei reparti dei carabinieri della compagnia di Belluno. L'ultimo controllo non ha dato esito, ma quelli rinvenuti nelle casse dall'attuale responsabile e amministratore della villa, Florio Pasinato, non erano noccioline: dopo le bombe a mano del 2010, una settimana fa s'è imbattuto in cartucce e in un mitra Mab. Tutto sequestrato la settimana scorsa: il Mab (un mitra Beretta calibro 9) modificato, oltre a un migliaio di proiettili calibro 9, la sciabola di Tullio Brogliati, aviatore morto nel 1941. Non si ritrova invece una pistola d'ordinanza, «sparita». Le armi erano contenute anche in casse di legno, alcune nello scantinato, altre in soffitta. A chiedere ieri l'intervento di bonifica che non ha dato esito, è stato un erede, Florio Pasinato: la villa è in vendita e a scanso di equivoci, ha chiesto fosse passata al setaccio. «Già l'anno scorso» spiega Pasinato, un ex poliziotto in servizio a Milano e cugino dei Brogliati, responsabile e amministratore dei beni «ci siamo imbattuti in una cassa di armi della seconda guerra...E pensare che cercavo giocattoli antichi». Era in soffitta questo materiale, una sorta di arsenale: bombe a mano e ulteriori centinaia di proiettili. Si tratta molto probabilmente di armi «risalenti ancora al periodo della lotta partigiana. Molti erano contenuti in cubi del tipo fustini di detersivo». I fratelli Brogliati sono noti per l'attività partigiana: Albertina e Lidia, figure di spicco come staffette, con il comandante della «Nannetti» Francesco Pesce «Milo», marito della seconda, decorato con medaglia di bronzo al valor militare dagli americani. Il fratello gemello di Albertina, Alberto fu partigiano della Nannetti, mentre Tullio era aviatore. Storia vuole che Pesce fu liberato dai partigiani nella nota «operazione Baldenich». Per rappresaglia i tedeschi rapirono le due sorelle: Albertina poi riuscì a fuggire dal lager di Merano nel quale fu rinchiusa con sorella e suocera. Alla perquisizione di ieri in villa dei carabinieri (vari reparti mobilitati) si è arrivati dopo «la richiesta che ho fatto» continua Pasinato mostrando vari locali della casa, alcuni ridotti proprio male, e il materiale (mobili e libri e suppellettili). «Hanno cercato ovunque ma non c'è più nulla. Qui nello scantinato i miei cugini tenevano di tutto: le armi erano qui e in soffitta: ma io ho denunciato tutto». Poi la sciabola dell'aviatore, sequestrata dai carabinieri, «ma la pistola non si ritrova». Dietro due ante a muro Pasinato dice sia stata aperta una «stanza segreta: ma anche qui non c'era nulla». Forse da Casera Ronch, punto di riferimento dei partigiani, tra quadri e altri oggetti furono portate in città e sistemate in villa anche le armi. Villa che fino a qualche anno fa era abitata dagli ultimi due fratelli Brogliati: Lidia e Alberto, deceduti nel 2008 l'uno tre settimane dopo l'altra.

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