Belluno cerca la conferma in Parlamento

Con il nuovo sistema elettorale la provincia può puntare a quattro o cinque esponenti, ma solo un posto è sicuro
29/09/2014 Roma, Camera dei Deputati, conferenza interparlamentare sul Fiscal Compact, nella foto l'Aula con le bandiere italiana ed europea
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BELLUNO. Da uno a quattro o anche cinque. Mancano poco più di tre settimane alla presentazione delle liste per le elezioni politiche del 4 marzo, un tempo ristrettissimo che segnerà una campagna elettorale breve ma intensa. Al di là delle candidature, per la provincia di Belluno l’importante è ottenere la rappresentanza più numerosa possibile e il nuovo sistema elettorale, abbinato alle nuove circoscrizioni, dovrebbe poter garantire numeri simili a quelli della legislatura uscente. I parlamentari bellunesi in scadenza sono quattro: De Menech (Pd) e D’Incà (M5S) alla Camera e Piccoli (Fi) e Bellot (Fare) al Senato, ai quali si aggiunge Bressa eletto in Trentino Alto Adige e in fase di riconferma praticamente certa.


Per quanto riguarda gli eletti nel bellunese, l’unico posto davvero sicuro è quello del collegio uninominale della Camera, che corrisponde ai confini provinciali. Si tratta di una candidatura difficile e i partiti (o le coalizioni) cercheranno di proporre il loro nome più forte. Più ardua, invece, la conquista dell’uninominale al Senato, perché Belluno è unito a Castelfranco e Montebelluna e i partiti bellunesi dovranno far sentire tutto il loro peso per ottenere una candidatura locale sulla quale al momento si scommette poco.


Maggiori chance dovrebbero arrivare dal sistema proporzionale, che attribuisce il 64% dei seggi in palio. Considerando tutto il Veneto, con l’uninominale verranno eletti 28 parlamentari (19 alla Camera e 9 al Senato) mentre con il proporzionale saranno 46 (31 più 15). In questo caso si formeranno listini bloccati che vanno da due a quattro nomi. Alla Camera Belluno è stata unita con i tre collegi trevigiani di Conegliano, Montebelluna e Treviso; mentre al Senato sono state unite le province di Belluno, Treviso, Venezia e Rovigo. Nei collegi plurinominali, dunque, sarà il peso dei partiti e dei candidati bellunesi a fare la differenza, cioè a conquistare o meno posizioni blindate, in linea di massima le prime due.


In realtà, con il sistema elettorale precedente (nel Porcellum non c’era l’uninominale) Belluno non aveva nessuna garanzia di ottenere un parlamentare e in un paio di occasioni (De Menech e Piccoli) il risultato è stato ottenuto grazie ai premi di maggioranza nazionale e regionale, nonostante i due fossero candidati in posizioni di rincalzo.


Anche se è presto per avere delle certezze, i candidati bellunesi di punta saranno De Menech (Pd), D’Incà (M5S), Paniz (Fi) e un leghista che potrebbe essere il segretario Saviane e o il suo vice Vettoretto. Per questi quattro nomi i partiti punteranno a posti sicuri ed è su di loro che si sta muovendo la trattativa, ma poi ci sarà bisogno di altre candidature per il proporzionale e non si escludono sorprese. Le scadenze sono imminenti e quasi tutti decideranno entro il 20.




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