Belluno, cervo affamato banchetta a fagioli e rovina il raccolto

Danni pesanti ad un agricoltore di “Lamon” e Gialet. Il coltivatore: «Ho fatto una denuncia in Provincia ma non siamo tutelati»

BELLUNO. Anche i cervi mangiano fagioli. E quando lo fanno, scegliendo le pregiate qualità Lamon Igt e Gialet della Valbelluna provocano danni economici pesantissimi. L’altra notte un grosso esemplare maschio ha banchettato nella piantagione zumellese della famiglia Dal Fara, rovinando almeno il 40 per cento del raccolto. Basta divorarsi le foglie, in attesa che sbocci il prezioso legume e va tutto in malora. Il padrone di casa Ugo Dal Fara ha presentato una denuncia alla Polizia provinciale e aspetta già nelle prossime ore il perito competente, che dovrà quantificare i danni. In quel momento, che Iddio gliela mandi il più buona possibile. Ma le speranze di essere risarciti adeguatamente non sono obiettivamente moltissime e quel buongustaio dell’animale potrebbe anche tornare, visto quanto bene si è trovato la prima volta.

La scoperta di ieri mattina è stata drammatica. Da mani nei capelli, anche perché non sarebbe la prima volta che succede di veder azzerato tutto il proprio accurato lavoro: «Viviamo in aperta campagna, sulle rive del Piave, nella frazione di Farra di Mel», premette il coltivatore della Sinistra Piave, «siamo dei piccoli produttori agricoli e facciamo parte del Consorzio Lamon per l’lgt e al presidio slow food di Mele a Mel. In queste settimane, siamo stati ripetutamente vittime degli assalti dei cervi o dei caprioli, che ci stanno decimando la produzione. Nella notte tra martedì e mercoledì, questo animale ha fatto irruzione nella nostra coltivazione, facendo una strage. Quando siamo andati sul campo, come all’inizio di ogni giornata lavorativa, quasi non potevamo credere ai nostri occhi».

Non era questione di sete la presenza del mammifero in riva al fiume sacro. Era proprio fame irrefrenabile e quelle foglie così fresche e promettenti erano una tentazione troppo grande per non addentarle: «Il cervo è stato anche visto e abbiamo sufficienti ragioni per pensare che sia un maschio. Dalle impronte profonde che ha lasciato sul terreno, si direbbe che è anche di stazza notevole. Purtroppo ci abbiamo rimesso un’altra volta e ci ritroveremo nelle condizioni di dover rinunciare a quasi metà del raccolto, perché dove le foglie sono mangiucchiate non cresceranno sicuramente fagioli utilizzabili. Tanto più che stiamo parlando di qualità estremamente pregiate di fagiolo e non di prodotti che possono finire su tutte le bancarelle di frutta e verdura, magari a buonissimo mercato».

Ci sono anche dei parenti poveri di Lamon e Gialet, ma anche su quelli bisogna garantire la qualità, se non proprio la provenienza. Siccome i Dal Fara non hanno intenzione di cambiare casa, chiedono sensibilità da parte degli organi competenti, perché da loro la situazione sta diventando insostenibile: «La denuncia era doverosa, ma se non è il cervo è la volte e solo ieri un falco ci ha portato via una papera. Per un rapace, può essere la cosa più naturale del mondo, ma intanto qui stiamo vivendo in un’emergenza quotidiana. Non bastano più nemmeno le protezioni a scoraggiare la fauna alla ricerca di qualcosa da mangiare. Non se e cosa riusciremo a portare a casa, dopo quest’altro raid, ma in qualche maniera dovevamo pur cercare di tutelarci».

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