Coltellate in piazza dei Martiri: patteggia cinque anni

L’aggressione era avvenuta dopo il raduno Triveneto degli Alpini. Non è mai stato precisato il movente del ferimento

polizia pattuglia volante bolzano controlli prostitute dodiciville piani
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Coltellate sul listòn: patteggia cinque anni per tentato omicidio. G.P. – 38 anni, di origine siciliana ma all’epoca residente a Treviso – non poteva che concordare la pena con il pubblico ministero Alberto Primavera e farsela applicare dal giudice per le udienze preliminari Elisabetta Scolozzi. I difensori di fiducia Salvatore Galluffo e Massimiliano Xaiz non avevano alternative. Puntavano alla derubricazione del reato in lesioni aggravate, ma la visita medica alla quale è stato sottoposto la vittima dell’aggressione – C.C., 60 anni di nazionalità moldava – ha tolto ogni dubbio: il medico legale Antonello Cirnelli ha scritto di ferite riferibili a un tentato omicidio e tale è rimasto.

Nel giugno di due anni fa, entrambi stavano partecipando al raduno Triveneto degli Alpini e il grave episodio è avvenuto in piazza dei Martiri, intorno alle 2 di notte. Secondo qualcuno, C.C. aveva tentato di separare l’indagato e un’altra persona, secondo qualcun altro il diverbio è scoppiato proprio tra i due. Fatto sta che sono partite alcune coltellate prima che il cittadino moldavo scappasse sanguinante e cercasse rifugio al caffè Manin, uno dei pochi locali ancora aperti a quell’ora. Erano stati i dipendenti a prestargli le prime cure, prima dell’arrivo dell’ambulanza del 118. G.P. non si era dileguato, così i carabinieri l’avevano immediatamente rintracciato, sequestrandogli la lama. Un coltello Opinel di fabbricazione francese, con il quale erano stati sferrati due o tre fendenti, fortunatamente non mortali, ma che comunque avevano mandato la vittima all’ospedale.

L’uomo è stato arrestato e nell’interrogatorio di garanzia aveva risposto alle domande dei magistrati, non riuscendo, però, a ricostruire le cause dell’accoltellamento. Non aveva chiarito alcun movente ed era rimasto detenuto nel carcere di Baldenich, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Nessuna spiegazione plausibile sul gesto, solo tanto dispiacere, perché non voleva fare del male a questo signore. Aveva anche espresso il desiderio di rivederlo per chiedergli scusa, ma non è dato sapere se questo nuovo incontro ci sia stato o meno.

Sicuramente ci dev’essere stato un risarcimento danni, altrimenti non sarebbe stato dato il consenso al patteggiamento. —

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