Belluno. Decaduta l’ordinanza sul decoro

La Consulta l’ha definita illegittima nel 2011. Dalla Ca’: «Ma questi problemi non hanno soluzione»

BELLUNO. Addio ordinanza a tutela del decoro del centro città che tante polemiche aveva suscitato. Anche se in sordina, dall’anno scorso, l’ordinanza del sindaco Antonio Prade che cercava di limitare comportamenti poco decorosi in centro, imponendo una sanzione di 25 euro, è decaduta visto che la Corte Costituzionale ha modificato l’articolo 54 del Testo unico degli enti locali (Tuel) giudicando incostituzionali, appunto, ordinanze di tale tenore.

L’ordinanza, emessa nel 2007, prevedeva, come si ricorderà, il divieto di sedersi a terra e bere per strada, di arrampicarsi sugli alberi e di lasciare le biciclette in giro. Il documento era arrivato dopo la rimozione di alcune panchine, che sono state sostituite con sedute”anti bivacco”, e rientrava nell’operazione di pulizia della città.

Un provvedimento molto simile a quelli già assunti in altre città venete, da Venezia a Verona, «regole che garantiscono la vita civile e il decoro della città», aveva spiegato allora il sindaco.

L’ordinanza aveva lo scopo, nell’intento del sindaco, «di eliminare le forme di degrado anche igienico che si sono verificate in alcun parti della città, soprattutto nei giardini di Piazza dei Martiri e al Parco Città di Bologna, dove le mamme non si fidano più di portare i loro bambini a giocare».

Ma dall’anno scorso, il pugno di ferro non si può più tenere. La Consulta lo ha definito illegittimo. «Anche se la sanzione di 25 euro che erano state comminate a qualcuno di questi personaggi non sono mai state pagate», ammette il comandante della polizia locale, Gustavo Dalla Ca’ che aggiunge: «A questo punto l’alternativa sarebbe quella di modificare il regolamento di polizia urbana prevedendo anche la messa al bando di questi comportamenti poco decorosi. Ma anche in questo caso non avremo la certezza di risolvere questi problemi».

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