Belluno, Diocesi riorganizzata in 29 macro realtà: ecco come si aggregano le 158 parrocchie

Immaginatevi un parroco con otto messe da celebrare la domenica in altrettante chiese. È già una realtà, in Zoldano. Con don Roberto De Nardin che, però, ha fortuna di poter contare su due sacerdoti in quiescenza. E altrove? «Avremo solo 47 preti sotto i settant’anni per 158 parrocchie» allarga le braccia il vescovo Renato Marangoni, come ha fatto nei giorni scorsi incontrando i sindaci. Ecco, dunque, senza bisogno di tante spiegazioni, il senso delle 29 collaborazioni pastorali, in cui è stata articolata la diocesi di Belluno Feltre.
Nella nuova mappa delle parrocchie ci sono sei Convergenze pastorali (Ampezzo, Cadore, Comelico; Longarone, Zoldo, Alpago, Ponte nelle Alpi; Belluno con cinque superparrocchie; Agordo e Livinallongo; Sedico e Santa Giustina; Feltre, Lamon e Pedavena), ciascuna si compone di cinque Collaborazioni, quattro in Destra Piave.

1 AMPEZZO - CADORE - COMELICO
- Auronzo Villagrande, Auronzo Villanova, Auronzo Villapiccola, Vigo, Lorenzago, Pelos, Lozzo
- Domegge, Vallesella, Calalzo, Pieve, Perarolo, Pozzale, Tai, Nebbiù, Valle, Venas, Cibiana
- Santo Stefano, Campolongo, Costalissoio, San Pietro, Costalta
- San Nicolò, Danta, Padola, Candide, Dosoledo
- Cortina d'Ampezzo, San Vito, Borca, Vodo
2 LONGARONE - ZOLDO - ALPAGO - PONTE NELLE ALPI
- Dont, Fornesighe, Forno di Zoldo, Fusine, Goima, Mareson, Pieve di Zoldo, Zoppè di Cadore
- Fortogna, Igne, Longarone, Ospitale di Cadore, Castellavazzo, Codissago, Podenzoi
- Cadola, Col di Cugnan, Quantin, Polpet, Soverzene
- Pieve d’Alpago, Tignes, Chies d’Alpago, Lamosano, Borsoi, Spert, Tambre
- Cornei, Puos d’Alpago, Sitran, Farra d’Alpago, Santa Croce del Lago
3 BELLUNO
- Mussoi, Bolzano Bellunese, Tisoi
- Antole-Sois, Bes, Salce
- Cattedrale, Loreto, Santo Stefano, Borgo Piave, San Gervasio
- Cavarzano, Sargnano, Cusighe, San Giovanni Bosco
- Castion, Visome, Levego-Sagrogna, Limana
4 AGORDO - LIVINALLONGO
- Arabba, Pieve di Livinallongo, Colle Santa Lucia, Pescul, Selva di Cadore
- Rocca Pietore, Caprile, Santa Maria delle Grazie, Alleghe, Laste
- Caviola, Falcade, Canale d’Agordo, Vallada, San Tomaso, Cencenighe
- Agordo, Taibon, La Valle
- Frassenè, Gosaldo, Rivamonte, Tiser, Voltago
5 SEDICO - SANTA GIUSTINA
- Bribano, Roe, Sedico
- Gron, Mas-Peron, Sospirolo, Orzes, Libano
- San Gregorio nelle Alpi, Paderno, Meano, Cergnai, Santa Giustina
- Cesiomaggiore, Soranzen, Pez
6 FELTRE - LAMON - PEDAVENA
- Caupo, Seren del Grappa, Rasai, Valle di Serenm, Tomo, Porcen
- Duomo, Sacro Cuore, Santa Maria degli Angeli, Zermen, Anzù, Nemeggio, Sanzan, Villapaiera
- Arina, Lamon, San Donato, Aune, Servo, Sorriva, Zorzoi, Faller
- Arson, Villabruna, Foen, Vellai, Pren, Vignui, Facen, Norcen, Pedavena, Travagola
- Farra di Feltre, Boscariz, Mugnai
Nessuna comunità parrocchiale verrà soppressa, ma dove le circostanze geografiche oppure organizzative l’hanno permesso, ecco l’aggregazione di più comunità, da un minimo di due ad un massimo di otto, con un parroco a scavalco, che fa il saltimbanco di Dio, piuttosto che il funzionario del sacro, dei sacramenti.
Messe rarefatte
Una sola messa la domenica, quando va bene; eccezionalmente due. Alcune chiese potrebbero rimanere prive di celebrazione festiva e contare su quella infrasettimanale.
A Sappade, sopra Falcade, la celebrazione festiva viene fatta il giovedì sera. Altre comunità possono accontentarsi del rito prefestivo, il sabato sera. «Dopo il Sinodo – ricorda il vescovo - la Diocesi ha fatto fronte alla minor disponibilità di presbiteri, affidando a singoli parroci più parrocchie. A volte si è cercata la soluzione indicata dal Codice di diritto canonico nominando parroci “in solido”, dunque più parroci per più parrocchie. Negli anni successivi questa formula si è ulteriormente sviluppata. Essa ha generalmente portato ad accostare più parrocchie vicine sotto la medesima guida pastorale. Anche i Consigli pastorali parrocchiali di più parrocchie si sono così avvicinati tra di essi, svolgendo assieme il loro servizio. Di fatto una particolare modalità di “pastorale d’insieme” si è gradualmente sviluppata lungo questi anni». E con l’11 novembre è partito formalmente il processo che impegnerà le 158 parrocchie della Diocesi.
Già da tempo, in tante parrocchie esiste un unico consiglio pastorale composto da rappresentanti di più comunità Quindi non solo il parroco, ma anche i suoi collaboratori articolano il loro servizio in più paesi. Un esempio? Giulia De Pra, 29 anni, di Caviola, ministro dell’eucarestia, porta la comunione a casa non solo tra la sua gente, ma anche a Falcade, Sappade, dove il prete non può arrivare.
Rapporto tra comunità
Dalla Pastorale giovanile alla Caritas, ogni altro settore di attività avviene in territorio ancora più ampio, quello della convergenza pastorale, l’ex forania. «La parrocchia lungo i secoli fino ad oggi ha svolto efficacemente la missione di incarnare il Vangelo nella vita. Inevitabilmente ha però corso anche dei rischi: ad esempio quando è stata assolutizzata fino al punto di diventare un sistema chiuso. Oggi, i cambiamenti in atto a tutti i livelli obbligano la parrocchia a ripensarsi radicalmente – riflette il vescovo -. È la stessa fedeltà al Vangelo che domanda in ogni tempo e luogo di aprirsi alla novità di vita che essi offrono. Oggi, infatti, si sente l’esigenza di caratterizzare meglio e di più la parrocchia in senso missionario».
Il vescovo lo ha spiegato il 7 novembre anche ai pubblici amministratori radunati a Belluno. Confessando lui stesso dei limiti. «Le comunità non devono essere isole e il territorio della provincia ha bisogno di ritrovare la logica del rapporto tra le comunità: sento che non riusciamo a leggere il territorio».
Ecco, dunque, la necessità di fare rete. Che non è nuova. Si pensi che un’eco di questo ripensamento, che persegue la finalità di dare nuovo slancio e vigore all’annuncio del Vangelo, si riscontrava già nel Libro sinodale della Chiesa di Belluno-Feltre, promulgato nel 2006.
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