Belluno domani: i sette candidati a sindaco al Forum del Corriere
BELLUNO. La città del futuro, capace di offrire ancora qualità della vita, benessere e lavoro. Una proiezione a cinque anni, per capire quale sarà Belluno domani, se a vincere le elezioni di domenica sarà un candidato sindaco oppure un altro tra i sette che si stanno sfidando ormai da mesi. Politica e fatti concreti e tanta, tantissima gente all’incontro organizzato pomeriggio dal Corriere delle Alpi alla Sala Bianchi.
Sul palco sono saliti Paolo Bello, Paolo Gamba, Franco Gidoni, Jacopo Massaro, Stefano Messinese, Elder Rambaldi e Franco Roccon, stuzzicati dalle domande del condirettore del Corriere delle Alpi Paolo Cagnan e del caporedattore Marcella Corrà.
Ad aprire il dibattito è stata la visione della città, l’idea che ciascuno ha di Belluno domani, un tema portante del lavoro fatto dal nostro giornale nel periodo precedente alla campagna elettorale. Ogni candidato ha avuto sette minuti per lanciare il proprio progetto e ne è emerso un confronto politico che è andato oltre le questioni specifiche. I candidati sindaco non hanno rinunciato a mettere l’accento sui temi a loro più cari, ma con uno sforzo in più di prospettiva ad ampio raggio.
Per Paolo Bello, candidato del Partito Democratico, la Belluno di domani si sviluppa dando centralità all’uomo e alla famiglia e quindi concentrando le forze sulle politiche sociali, la scuola, i giovani e il rilancio economico che passa proprio attraverso le famiglie: «Alle quali in passato sono state riservate solo briciole», sostiene Bello, assicurando, «un maggior coraggio nel riservare risorse più consistenti».
Il candidato di Patto per Belluno Dolomiti, Obiettivo Belluno e Belluno è di Tutti, Paolo Gamba, immagina invece una città più «effervescente e attrattiva». Per Gamba Belluno «sta implodendo» e offre la sua esperienza di imprenditore per portare la città e la provincia fuori dalla monocultura dell’occhialeria, temendo che «succeda qualcosa e le multinazionali se ne vadano», quindi puntando sul turismo e sulla conservazione dei servizi, per un «cambio di passo che vada oltre il tombino». Gamba si offre di guidare la Belluno di domani anche se: «Metto a repentaglio la mia attività, ho dieci dipendenti che devo pagare e per candidarmi ho dovuto ristrutturare la mia azienda, ma era un sacrificio che andava fatto».
Toni importanti, che subito Franco Gidoni, candidato della Lega Nord, ha sdrammatizzato per poi passare al tema del lavoro: «Che nei comuni limitrofi cresce, mentre noi non siamo stati in grado di seguirli». Per Gidoni è grave che da anni si parli di trasporti pubblici più efficienti senza mai riuscire a costruire un anello treno - bus con Ponte nelle Alpi, Limana e Sedico. «Sbarrieriamo Belluno», propone Gidoni, «e rimettiamola in rete da capitale reale e meritata».
Ma «non abbiamo nulla da imitare agli altri», secondo il sindaco uscente Jacopo Massaro, ricandidato con In Movimento, Insieme per Belluno e Belluno D+. «Oggi siamo un punto di riferimento per la qualità della vita e questo resta il nostro obiettivo». Massaro vede una città con una identità precisa, laboriosa e impegnata, che ha perno nell’istruzione di alta qualità, nella cultura, nei giovani e nelle famiglie, scendendo negli esempi concreti delle Gabelli, la Crepadona spazio per i giovani, Palazzo Fulcis orgoglio bellunese, il sostegno economico alle famiglie, il turismo, la crescita economica e lo spirito di comunità.
Si sofferma sull’ambiente il Movimento 5 Stelle di Stefano Messinese, che chiede coerenza e scelte realistiche, ad esempio sul Nevegal: «Dove abbiamo investito milioni e siamo sempre punto a capo. Guardiamoci in facci, non nevica più». E quindi vanno esaltati nuovi modelli di sviluppo da costruire insieme a tutti i cittadini.
Ci sono i diritti degli operai e degli studenti nei pensieri di Elder Rambaldi, candidato del Partito Comunista dei lavoratori, che si propone come forza di sinistra anti sistema, contro una crisi: «Che si consuma sulle spalle dei lavoratori. Il capitalismo non ha più nulla da dare, solo da togliere e quindi bisogna tornare al socialismo, rivoluzionario e senza i compromessi che hanno portato al fallimento delle sinistre moderate europee».
È necessario, invece, garantire maggiore sicurezza ai cittadini, secondo Franco Roccon, candidato di Civiltà Bellunese: «Soprattutto nelle frazioni, di cui tutti parlano ma nessuno le sposa». Roccon vede un centro degradato dai graffiti e una città che ha perso il suo ruolo di esempio per gli altri: «Si parla tanto di turismo e poi non abbiamo nemmeno un albergo 3 o 4 stelle con la spa e il centro è un deserto dei tartari causato da 25 anni di pedonalizzazione».
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