Belluno Donna diserta le iniziative dell’8 marzo

Sciopero delle donne in piazza dei Martiri. L’associazione chiede alle istituzioni «finanziamenti sicuri e continui»

BELLUNO. Troppo comodo ricordarsi delle donne solo una volta l’anno: ogni giorno è quello giusto per combattere la violenza. Un monito rivolto non solo a chi cerca di rendere l’8 marzo una festa commerciale ma anche a chi tiene “i cordoni della borsa”.

Per questo motivo l’associazione Belluno-Donna, che gestisce il centro antiviolenza della provincia con una sede a Belluno e una succursale a Feltre, non accetterà gli inviti istituzionali e rituali previsti domani in occasione della festa della donna. Parteciperà invece ad un evento alternativo, uno sciopero: appuntamento alle 18 in piazza Martiri.

«In questa data» spiega in una nota l’associazione Belluno Donna, «le donne di 40 paesi del mondo hanno dichiarato uno sciopero globale dal lavoro produttivo e riproduttivo. Sarà un evento planetario cui parteciperanno milioni di donne. In Italia lo sciopero è indetto da #nonunadimeno, di cui la rete D.i.Re, che raccoglie 77 centri antiviolenza sparsi su tutto il territorio nazionale, fa parte fin dal primo giorno. In ogni paese e in ogni città italiana ci saranno cortei, flash mob, assemblee».

L’obiettivo dello sciopero è «cambiare la cultura che genera la violenza maschile», violenza che, nel Bellunese, ha portato 677 donne a rivolgersi al centro dalla sua apertura, nel dicembre del 2004, ad oggi: un nuovo contatto ogni settimana.

Mentre a livello nazionale lo sciopero punta a cambiare una «cultura che si fonda sulla disparità di potere tra i generi e sul dominio maschile», per l’associazione Belluno Donna manifestare significa anche «chiedere un modo diverso di collaborare con le istituzioni, per il riconoscimento delle nostre competenze, per ottenere finanziamenti sicuri e continui che permettano progettualità di ampio respiro e la condivisione delle metodologie per rendere sempre più efficaci e veloci i percorsi di uscita dalla violenza. Affinché il centro antiviolenza resti un luogo di donne per le donne senza assistenzialismo».

L’associazione dice No ad una festività che, un po’ come succede per San Valentino, rischia di focalizzare l’attenzione sull’argomento solo per un giorno col pericolo di dimenticare che le donne vanno difese in ogni periodo dell’anno.

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