Belluno: dopo le minacce Bottacin sotto tutela
Nuove misure di sicurezza anche all'ingresso della sede della Provincia
A destra la lettera anonima con minacce arrivata di recente a Bottacin. Qui sotto Palazzo Piloni
BELLUNO. Prima le generalità, poi un tesserino di riconoscimento. Nuove regole a palazzo Piloni, dove da ieri è entrato in vigore un nuovo regime che vuole garantire la sicurezza e l'ordine nell'accesso agli uffici. Ma ai motivi di carattere generale si aggiunge anche l'esigenza di proteggere il presidente della Provincia Bottacin, destinatario - negli ultimi mesi - di minacce gravi. Il presidente, che si professa sereno, è stato ammesso a un programma di tutela. Il nuovo anno nei luoghi della Provincia è cominciato all' insegna della sicurezza. Era da tempo, in verità, che si voleva "regolamentare" l'accesso agli uffici, ieri il via ufficiale alla nuova fase. Chi d'ora in poi entrerà in provincia sarà identificato e munito di un tesserino identificativo. Nel caso dei giornalisti, per esempio, c'è scritto "stampa". Il budge - munito di un piccolo gancio - deve essere ben visibile e restituito una volta che si intende uscire dal palazzo. Il protocollo è più o meno lo stesso che si trova in altri enti e istituzioni, come la giunta o il consiglio regionali. Anche qui, prima di entrare, si deve procedere a una veloce identificazione. I motivi del giro di vite sono i più disparati, a cominciare dalla necessità di preservare gli uffici da visite più o meno inattese. Spesso capita che chi prende un appuntamento venga "spodestato" dall'utente improvvisato. Ma c'è anche una questione di pubblica sicurezza: in Provincia, oltre ad atti amministrativi e documentazione varia, ci sono anche oggetti di un certo valore. E' recente il tentato furto di una borsa nel palazzo vicino. Parla di un "piccolo segnale" il presidente della Provincia Gianpaolo Bottacin: «E' un sistema che va a vantaggio degli utenti», dice. Ma la questione potrebbe essere anche un'altra. Lo stesso presidente della Provincia è stato destinatario negli ultimi mesi di episodi inquietanti. L' ultima minaccia è particolarmente grave. «Hai rotto gli equilibri. Sarai messo a tacere», si leggeva nel pezzo di carta poi consegnato alle forze dell'ordine. Sotto, una croce e una sigla "8888". Particolare non da poco l'assenza della u nella parola equilibri. La missiva - contenuta in una busta bianca - è stata trovata dallo stesso Bottacin sull'uscio di casa poco tempo fa, dopo essere stato ospite di un dibattito televisivo serale. Era indirizzata proprio a lui. «Ci sono stati episodi poco chiari e che ho segnalato, ma dormo sonni tranquilli», dice Bottacin, che però non vuole aggiungere alcun particolare, se non un' annotazione: «L'entrata a palazzo Piloni sarebbe stata regolamentata ugualmente». Di sicuro, la vicenda non è chiusa: gli uomini della Questura di Belluno starebbero facendo degli accertamenti, mentre è scattato nei confronti del presidente un programma di tutela, voluto e attivato dalla Prefettura di Belluno. Da quello che è dato sapere, il protocollo è simile a quello disposto nei confronti del pro-sindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini. Un monitoraggio serrato ma "light", senza la presenza cioè di agenti dedicati. Nell'estate scorsa alcune minacce scritte erano state recapitate anche all' assessore provinciale al lavoro Stefano De Gan, ma - allo stato attuale - è impossibile dire se i due fatti siano collegabili fra loro. Nonostante la cautela, Bottacin sembra non avere paura: lui stesso ha citato le due frasi contenute nella missiva recapitategli nel messaggio di fine anno destinato ai bellunesi.
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