Belluno, drastico calo di adozioni di cani all’Apaca. Inaugurato un campo di MobilityDog
BELLUNO. In drastico calo le adozioni all’Apaca di Belluno. Attualmente il canile-rifugio deve gestire 34 cani, «un numero standard», dice la presidente Paola Lotto. Ma quello che non è normale è che nei primi sei mesi del 2022 sono stati dati in adozione soltanto sei cani, contro una media annua di 38. Le cause vanno ricercate, secondo la presidente, «nella grande quantità di animali d’affezione arrivati dal sud Italia nei due anni di pandemia che hanno soddisfatto le voglie dei bellunesi. Si tratta perlopiù di adozioni “facili” di cani liberi che, se portati in appartamento, sono complicati da gestire».
Tanto che l’associazione ha avuto una ventina di richieste di accoglimento di questi amici a quattro zampe, arrivate proprio da chi li aveva presi in questo modo: «Bisogna capire che avere un cane in casa significa modificare il proprio stile di vita, perché l’animale ha bisogno di muoversi, di correre, di essere stimolato», dice Lotto.
Il calo di adozioni a Belluno è dovuto anche all’aumento della popolazione anziana e, secondo la presidente dell’associazione, «a una certa insofferenza da parte di una parte di popolazione, specie quella più giovanile, per il sistema che utilizziamo per garantire il buon esito dell’adozione».
La persona interessata a prendere un animale dal canile-rifugio, infatti, deve andare a vederlo qualche volta per instaurare un rapporto. Poi i volontari eseguono una visita prima dell’affido in casa dell’interessato e una dopo tre mesi dall’adozione. Per portare a casa un cane ci vogliono quindi alcune settimane, una cosa che ai giovani, abituati alla velocità dei social, non piace molto: «Un affidatario deve capire che noi dobbiamo e vogliamo garantire il benessere dell’animale ed evitare che venga rispedito indietro. Questo sistema ci ha portato in sette anni ad avere soltanto tre cani restituiti».
Ma quali sono gli animali maggiormente lasciati al canile dell’Apaca? «Sono di sesso maschile, perlopiù di taglia grande, anche se non mancano quelli di taglie più piccole, animali che spesso hanno subito dei maltrattamenti e per questo sono spaventati e paurosi. Quando noi affidiamo un animale a una persona per l’adozione, quell’animale ha fatto già un lungo percorso per ritrovare l’autostima».
Lotto si augura che la seconda parte dell’anno possa riservare delle buone novità per gli amici a quattro zampe: «Siamo sui social, abbiamo le mail, le persone ormai sanno come rintracciarci: se qualcuno è interessato ai nostri cani i modi per contattarci ci sono», dice la presidente, che poi annuncia la predisposizione di un campo di mobility per i cani realizzato qualche giorno fa. «Proprio per aiutare i cani ospiti del rifugio a fare esperienze nuove e a vincere qualche paura di troppo, un paio di mesi fa una volontaria di Apaca ha donato gli attrezzi professionali per la creazione di un campo di MobilityDog, un’attività che, agendo sulle conoscenze del cane, gli dà la possibilità di migliorare il carattere e l’autostima, favorendo l’autocontrollo», spiega la presidente.
A formare i volontari a questa nuova attività che va svolta con lentezza, calma e competenza e senza nessun tipo di agonismo, è stato chiamato Luca Spennacchio, istruttore cinofilo, consulente in zooantropologia applicata e tra i massimi esperti a livello nazionale non solo di MobilityDog ma anche dell’approccio cognitivo zooantropologico, nuova frontiera delle relazioni umane con i cani.
Il campo di mobility ha visto, domenica scorsa, 26 volontari e una decina di ospiti provenienti da altre province venete partecipare allo stage pratico tenuto dall’istruttore cinofilo Spennacchio. «Questa nuova attività ridarà ai cani la fiducia che hanno perso nei confronti degli uomini, rendoli più sicuri di sé ed equilibrati. Questa è una delle tante attività che svolgiamo a favore dei nostri animali come le manipolazioni, i giochi interattivi e le passeggiate. Col nuovo campo di MobilityDog vorremmo far acquisire ai cani abilità più specifiche, come il controllo del treno posteriore, una migliore gestione dell’equilibrio e più consapevolezza del proprio corpo, ma cercheremo anche di aiutarli a superare paure e diffidenze, che generano ansia e comportamenti problematici».
«Per il rifugio», conclude Lotto, «è un ulteriore salto di qualità verso il benessere psicologico e fisico dei cani». paola dall’anese
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