Belluno, due mesi d'attesa per una mammografia

La diagnostica e le prime visite sono il tallone d'Achille dell'Azienda sanitaria che non riesce a rispettare le tabelle prefissate dalla Regione
BELLUNO.
Diagnostica e prime visite. Ecco “il tallone d’Achille” dell’Usl 1 per i tempi di attesa. La prioritarizzazione voluta dalla Regione non sta mostrando i grandi effetti sperati, visto che per i codici B (10 giorni di attesa) si arriva, in certe specialità, ad attendere dai 20 ai 45 giorni.

 Meno problemi, invece, per i codici P (180 giorni di attesa), per i quali i tempi, oltre a essere rispettati, in alcuni casi sono anche migliorati. Ma il problema è nei casi acuti. E mentre dalla direzione sanitaria di via Feltre minimizzano e invitano a guardare «a cosa si fa invece per limitare questi problemi», dall’altro gli utenti sono arrabbiati.

 Secondo i dati forniti dalla Regione Veneto relativi ai primi due mesi del nuovo anno, infatti, i problemi delle lunghe liste di attesa non sono migliorati.

 Ma vediamo voce per voce nel dettaglio.

 
Gastroenterologia.
Se nel mese di gennaio le priorità erano rispettate, a febbraio si notava una qualche sofferenza specie per l’esofagogastroduodenoscopia con biopsia: invece dei 10 giorni imposti dalla Regione, se ne dovevano attendere 15. Sale il tempo di attesa anche per la colonscopia con endoscopio flessibile che, sia a gennaio che a febbraio, per i codici B era di 18 giorni e non 10 come previsto. Restano confermati i tempi per gli screening.

 
Diagnostica.
Quasi 50 giorni per una mammografia bilaterale e quasi 70 per una tomografia computerizzata del rachide. E’ la diagnostica l’anello debole della lista delle prestazioni per l’Usl 1, come dimostra il raffronto tra i dati regionali circa i tempi fissati e la norma dei codici di priorità.

 A febbraio per una tomografia computerizzata del capo, invece di 10 giorni, i codici B dovevano attenderne 16, mentre salivano a 29 a gennaio per una tomografia computerizzata del capo senza o con contrasto e a 49 per una mammografia bilaterale.

 
Ecografia.
I giorni salgono anche per le ecografie. A gennaio, per una ecografia della mammella monolaterale si dovevano attendere 45 giorni, mentre per i codici D (da 30 a 60 giorni) si superano i due mesi fissati come limite massimo per la prestazione. Per un’ecocolordoppler dei tronchi sovraaortici i codici B dovevano attendere oltre un mese, mentre erano necessari 87 giorni per i codici D (max 2 mesi).

 Anche per l’ecografia dell’addome superiore non si scherza visto che dai 18 giorni di gennaio, si è saliti ai 57 di febbraio.

 In chirurgia vascolare, a genaio si parlava di 39-89 giorni per un’ecocolordoppler arteriosa o venosa degli arti superiori a gennaio, mentre a febbraio si saliva a 55-92.

 Stesso problema per la risonanza magnetica del cervello e del tronco encefalico dove, invece di 30 giorni, se ne attendevano 63 a gennaio e 83 a febbraio. Per una risonanza magnetica dell’addome inferiore, invece, i giorni di attesa per i codici B erano 71 a gennaio e ben 109 a febbraio.

 
Prime visite.
Anche per le prime visite ci sono difficoltà nel rispettare i tempi prefissati da Venezia. A superare tutti cardiologia e chirurgia, insieme con le visite per dermosifilopatia.

 
Neurologia.
Si parla di 31 giorni per i codici B per una elettromiografia semplice a febbraio. Per l’esame della funzionalità vestibolare quasi un mese di attesa, 21 per la laserterapia antalgica (invece di 10).

 Per abbattere le liste d’attesa, di strada da fare ce n’è ancora molta

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