Belluno è la provincia più “vecchia” del Veneto

Gli ultrasessantacinquenni sono più del doppio degli under 14, 16 mila gli over 80. Sempre più anziani soli: sono 23.799, in aumento dell’8,6% rispetto al 2006
Senior woman sitting on a bench in a public garden
Senior woman sitting on a bench in a public garden

BELLUNO. Sempre meno nonni nel Bellunese. Gli ultrasessantacinquenni in provincia sono più del doppio rispetto ai “nipoti” under 14 e uno su due è solo. Gli over 80 sono quasi 16 mila, in crescita del 14,4% rispetto al 2006. Il 67% è donna. I dati emersi dal dossier veneto del Sindacato Pensionati Italiani Cgil, basato sugli ultimi dati Istat, fotografano una regione in cui un residente su quattro ha già superato i sessantacinque anni e la maglia nera tocca proprio alla nostra provincia.

Nel Bellunese, infatti, gli ultrasessantacinquenni sono più di 52 mila (il 57,5% è donna) e, come detto, rappresentano il 25,4% della popolazione totale (la media veneta è del 22,8%) registrando un aumento del 12,3% rispetto al 2006. A crescere esponenzialmente è anche l’indice di invecchiamento generale della popolazione: nel 2006 in provincia ogni 100 giovanissimi c’erano 174,7 anziani, ora questo rapporto è di 100 under 14 ogni 209,8 ultrasessantacinquenni, con un aumento del 20,1% in dieci anni.

Preoccupante è il numero di anziani soli, perché vedovi, celibi, nubili o divorziati. In questa categoria nel Bellunese rientrano 23.799 persone, per lo più vedove, quindi soprattutto donne. Calcolatrice alla mano, circa la metà degli ultrasessantacinquenni bellunesi è presumibilmente sola, perché celibe/nubile (4.877 nel 2016), vedova (17.682) o divorziata (1.240). Il numero di anziani soli in provincia è in crescita dell’8,6% rispetto a dieci anni fa (il trend più consistente di tutto il Veneto) con un balzo all’insù dovuto soprattutto al boom di divorzi registrato in Italia a partire dal nuovo secolo.

Anche per quanto riguarda gli ultraottantenni, per i quali entra in campo il tema della non autosufficienza, la provincia registra il rapporto più elevato rispetto alla popolazione dopo Rovigo: 7,6 over 80 ogni 100 abitanti. In dieci anni il loro numero è cresciuto del 14,4%, passando dai 13.807 del 2006 ai 15.799 del 2016. In questa categoria, troviamo per il 67,7% donne, che hanno un’aspettativa di vita superiore rispetto agli uomini.

L’indagine dello Spi Cgil ha preso in esame anche altri dati che completano il quadro dell’invecchiamento nel Bellunese. Anzitutto, in dieci anni è quasi triplicata la quota di anziani stranieri: dai 206 del 2006 ai 578 del 2016, l’incremento è del 180,6%, con 392 donne e 186 uomini. Gli ultracentenari a fine 2016 sono pochi: 77 contro i 65 del 2006 (+18,5%). Anche in questo dato dominano le donne: 64 contro 13 maschi. Tema spinoso che va ad aggiungersi a questo quadro già di per sé non roseo sono le pensioni: il 34% dei pensionati bellunesi vive con un assegno lordo inferiore ai mille euro al mese. In questa fascia di reddito rientra circa la metà di tutte le pensionate e il 21,9% dei pensionati.

«La politica deve per forza tenere conto dei dati sull’anzianità della popolazione» spiega Rita Turati, segretaria dello Spi Cgil Veneto. «Per questo, bisogna rafforzare la contrattazione sociale sul territorio e portare avanti con forza i progetti sull’invecchiamento attivo. Diventano fondamentali il tema della pensione e dell’azzeramento del divario di genere».

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