Belluno, elettricisti e sarte per una scuola a misura di territorio

Il prossimo anno nasceranno tre nuovi corsi di studio per rispondere alle necessità delle imprese e al “made in”
BELLUNO. Tre nuovi corsi di studio superiore prenderanno il via il prossimo anno scolastico, in risposta alle esigenze del territorio. La scuola bellunese, infatti, sta diventando sempre di più un mezzo per preparare figure professionali da inserire direttamente nel mondo del lavoro. L’obiettivo è duplice: permettere ai giovani di trovare un’occupazione, ma anche di rimanere sul territorio, contrastando il fenomeno dello spopolamento.


I nuovi indirizzi di studio riguarderanno le scuole professionali. Alla Scuola Edile di Sedico partiranno i corsi di “operatore idraulico” e “operatore elettricista”, mentre all’Ipsia Brustolon il preside Russotto ha chiesto di poter riattivare l’indirizzo “Produzioni tessili sartoriali”.


Si tratta di percorsi di studi finalizzati a formare personale che risponda ai bisogni impellenti della montagna. Gli operatori idraulico ed elettricista riguardano esclusivamente il “sistema casa” e in particolare le conoscenze indispensabili nei cantieri per il rilascio delle certificazioni di conformità (tipo risparmio energetico) e sono, quindi, completamente diversi dalla figura di operatore elettrico rivolto al settore industriale formato tramite il corso già presente all’Ipsia Rizzarda di Feltre.


Il dirigente scolastico del Brustolon, Salvatore Russotto, sottolinea l’importanza di attivare il corso di “moda” per l’anno scolastico 2018-2019, visto che non è stato possibile istituirlo negli ultimi tre anni per il numero insufficiente di studenti. «Credo», dice Russotto, «che questo corso sia ancora molto utile e possa rappresentare un’opzione valida, vista la richiesta dal territorio e l’opportunità di risposta alle esigenze di studentesse che potrebbero realizzare attitudini e aspettative nel campo professionale tessile».


Questo, infatti, è l’unico corso attivato in provincia nel settore tessile. Nato come percorso per sarte, con gli anni si è trasformato in corso per operatori della moda a cui è seguito una specializzazione post qualifica di due anni per il diploma di tecnico dell’abbigliamento e della moda. Negli anni, purtroppo, il numero di iscritti si è ridotto. «Ma la realtà produttiva bellunese è caratterizzata da laboratori di sartoria e da aziende a carattere artigianale», sottolinea il preside, che ricorda come tutti i diplomati sia dell’Iti Segato che dell’Ipsia Brustolon trovino subito lavoro e siano richiesti anche fuori Regione, «ragione per cui si chiede di attivare questo indirizzo a carattere artigianale. L’impostazione data sarebbe quella di legare la produzione tessile all’occhialeria in un distretto dell’occhiale qual è il territorio bellunese, con l’obiettivo di rispondere anche alle peculiarità del made in Italy».


A dire la verità i corsi nuovi avrebbero dovuto essere quattro: l’ultimo era previsto in seno all’Enaip di Longarone: parliamo del corso per “operatore della trasformazione agroalimentare”. Ma la commissione di distretto formativo che raccoglie un rappresentante della Provincia, dell’ufficio scolastico e i sindaci dei comuni interessati, lo ha respinto perché considerato un doppione di quello esistente all’Istituto Dolomieu. «Dobbiamo cercare di andare verso una formazione legata sempre più alle esigenze delle imprese per tenere i nostri giovani qui e farli lavorare», commenta il capo della Provincia, Roberto Padrin.


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