Belluno, false regolarizzazioni di immigrati

Scoperte decine di truffe nella sanatoria per le badanti
BELLUNO.
Domande di regolarizzazione presentate sotto falso nome per coprire un mercato di collocamento di lavoratori stranieri. Il tutto dietro compenso. E’ solo una delle anomalie venute alla luce durante le operazioni di emersione del lavoro nero di colf e badanti, previsto dalla legge 120/2009. 371 le domande presentate in provincia: di queste, 361 hanno ottenuto il nulla osta, 333 anche il permesso di soggiorno. Le pratiche sono state ultimate nei giorni scorsi: «Tra i primi in Italia», ha sottolineato il prefetto, Carlo Boffi. E non sono mancate le truffe (7%), denunciate alle autorità competenti.

 
I flussi.
Nel corso dei flussi 2007-2009 i casi anomali non sono mancati, come hanno precisato Maria Antonietta Bafundi, direttrice della Direzione provinciale del lavoro, e il dirigente dell’ufficio stranieri della questura Luca Migliorini.

 «Nel 2007, a fronte di 691 quote fissate, erano state presentate 2.454 domande, ma i nulla osta sono stati 688», ha precisato la dirigente della direzione lavoro. «Avevamo avuto una grandissima richiesta nel campo dell’edilizia e in particolar modo da parte di un’azienda straniera, che aveva richiesto 378 quote. Un numero alto, che ci ha subito insospettito, vista anche la situazione problematica che il settore stava attraversando. Abbiamo così segnalato l’anomalia alla questura che, tramite l’ufficio immigrati e grazie a un lavoro di due anni, ha verificato le domande. Alla fine nessuna di queste è stata accolta».

 
Emersione.
Stessa cosa è successa con l’emersione nel 2009 del lavoro nero di colf e badanti. «Abbiamo registrato 10-15 pratiche equivoche. Tramite il versamento dei 500 euro di anticipo per i contributi, con controlli incrociati tra Direzione del lavoro, Inps e questura, siamo risaliti a una sorta di caporalato diffuso. Persone, sia straniere che italiane, pagavano la regolarizzazione di altri stranieri, per poi immetterli nel mercato».

 La truffa è stata smascherata, visto che questi “caporali” agivano non solo nel nostro territorio, ma anche in altre parti del paese. Dopo attente verifiche, quindi, sono stati denunciati alla Procura. Nei prossimi mesi vedremo come finirà.

 Ma come si muovevano? «Semplice, si impossessavano di documenti e codici fiscali smarriti da cittadini normali, ne assumevano l’identità e inoltravano le domande di emersione via telematica. A questo punto diventava difficile verificare l’aderenza tra documenti e suo possessore», ha spiegato Migliorini, il quale ha aggiunto: «Vedendo che gli stessi soggetti presentavano domande per molte persone e in varie parti d’Italia, abbiamo iniziato a verificare e siamo riusciti così a capire cosa stava succedendo».

 
Gli stranieri.
Al 31 dicembre 2009 in provincia gli extracomunitari con regolare permesso di soggiorno sono 13.790, pari al 6.4% dell’intera popolazione bellunese.

 
La cittadinanza.
In aumento anche le richieste di cittadinanza: dalle 113 del 2004 si è passati alle 264 del 2009 (90 per matrimonio e 174 per residenza), con 40 istanze scartate. E questo per la non rispondenza ai nuovi criteri imposti dalla norma in materia contenuta nel pacchetto sicurezza: in caso di matrimonio misto, la legge impone due anni di convivenza, e non più sei mesi, per poter avviare la pratica per la cittadinanza; si scende a un anno in caso di presenza di figli

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