Belluno, falso agente offre contratti da modelle in cambio di sesso

Adescate in centro città numerose minorenni e anche alcuni ragazzi. Ecco i verbali delle testimonianze che hanno portato alla condanna dell'uomo, un agordino di 39 anni
BELLUNO.
È il 20 ottobre 2008 quando i carabinieri ricevono la denuncia di una ragazza, classe 1989. La giovane racconta di essere stata avvicinata in centro a Belluno da un sedicente pubblicitario dell’agenzia “Model 2000” di Milano che cerca modelle da lanciare nel mondo dello spettacolo. Modelle disposte, però, a fare “giochi” oppure ad accettare “carezze” per ripagare la fiducia dei capi che le faranno sfondare.

 E per passare subito al lato pratico le propone di appartarsi con lui in una strada isolata per farsi “toccare” in cambio di 50 euro.

 Dieci giorni dopo, il 30 ottobre, una donna si presenta al Comando per denunciare quanto successo, quello stesso giorno, alla figlia di appena 15 anni (classe 1993). La mamma riferisce che la ragazzina è stata avvicinata, mentre stava andando a scuola, da un agente del settore della moda che le ha prospettato la possibilità di lavoro in cambio di “palpatine”, “toccate al sedere” e “baci”.

 Lo sconosciuto promoter è lo stesso. In denuncia viene descritto da entrambe come un uomo alto circa un metro e novanta, con occhiali da vista, stempiato. E uguale è il numero di telefono in loro possesso, fornito dallo sconosciuto per contattarlo in caso accettino le sue proposte.

 Dal numero si risale subito all’identità dell’uomo e dall’analisi dei tabulati telefonici si individuano i cellulari in uso ai minorenni. Ne esce un quadro sconcertante. I minori, quasi tutti di buona famiglia, vengono sentiti e parlano. Sono un fiume in piena e raccontano l’esperienza: alcuni con distacco, altri con sofferenza. Seppure in alcuni casi il reato non si consumi. Ma l’aspetto più inquientante è che i minori, ragazzi e ragazze, si presentavano tra di loro il maniaco. “È un tipo che paga, se gli fai quello che vuole”, era in sintesi il loro passaparola.

 Il falso promoter abbordava le sue vittime vicino a scuola. Le lusingava con apprezzamenti sul loro fisico, si qualificava come agente di un’agenzia di modelle e poi passava subito alle proposte. Palpate, baci o rapporti particolari in cambio di soldi. E per far vedere che non scherzava mostrava il suo pingue portafoglio, pieno di bigliettoni da 50 euro. Ecco il racconto di una ragazza, che ha conosciuto l’uomo, tramite un amico. Era un giorno d’agosto 2008: «M. mi ha portata nei bagni della stazione (di Belluno, ndr), in quelli maschili, siamo entrati in bagno ed ha iniziato a toccarmi... baciandomi. Poi senza dire niente, si è abbassato la cerniera dei pantaloni. (...) Io, subito resistevo, ma poi, sperando che volesse solo quello e che non volesse altro mi rassegnavo. (...) Finito tutto, mi dava 50 euro».

 Nel mirino del maniaco non c’erano solo ragazzine, ma anche ragazzi. Come un giovane, classe 1991, che ha raccontato agli inquirenti di aver conosciuto M. nell’aprile 2008, grazie ad una sua coetanea che glielo presentò come una persona abituata a pagare “le tipe per fare atti sessuali con lui”. Il ragazzo ha riferito di essere stato avvicinato da M. nell’agosto successivo, alla stazione ferroviaria di Belluno. L’uomo propose al giovane un rapporto orale in cambio di soldi. Lui si rifiutò ma accettò di baciarlo in cambio di 50 euro. Un altro giovane, classe 1990, pure lui ha conosciuto M. tramite la presentazione di un’amica. Ecco cos’ha detto agli investigatori: «Il mese di giugno 2006 sono uscito con M., ci siamo incontrati in stazione (ferroviaria di Belluno, ndr) dove salivo nella sua auto grigia, non ricordo la marca. Mi ha portato al deposito della Dolomiti Bus, dove avevamo già accordato 150 euro in cambio di una masturbazione reciproca; ricordo che per pagarmi ha tirato fuori dalla tasca una mazzetta di soldi, ricordo che erano tanti, non so precisamente quanti, lui mi ha detto che era appena tornato da Rimini e che doveva andare a Berlino a fare un film pornografico, mi ha pagato con una banconota da 100 ed una da 50».

 Il maniaco ha sempre cercato di allargare il “giro” chiedendo alle sue vittime di presentargli altri amici o amiche. Alcuni lo facevano, altri no. Un giorno del 2006, una ragazza, classe 1992, appena quattordicenne, fu avvicinata fuori da scuola. È bastata la classica lusinga di introdurla nell’agenzia milanese di modelle per fare conoscenza e scambiarsi i telefoni. Un giorno la ragazza ha raccontato di essere salita in auto con lui e di essersi appartata in una stradina, in zona Lambioi. «M. mi ha chiesto se gli davo un bacio in cambio di 200 euro. Io accettavo e lo baciavo. Poi mi ha chiesto di fare altre cose ma io ho detto di no. Finito tutto mi portava alla banca, vicino all’Astor, dove prelevava i soldi che subito non ho contato, ma poi mi sono accorta che erano 150 e non 200 come mi aveva detto; ricordo che tutto questo accadeva prima di Capodanno, in quanto ricordo che mi aveva invitato ad una festa per l’ultimo dell’anno».

 Di racconti sul falso agente di modelle e sui ragazzi della stazione ferroviaria di Belluno ve ne sarebbero altri. Squallidi e sconcertanti. Le vittime, all’epoca dei fatti, erano tutti giovani tra i 14 ed i 18 anni. Alcune si sono subito ribellate, come una ragazzina di appena 11 anni, avvicinata, nel novembre 2007, vicino a scuola e che, dopo aver capito le intenzioni dell’uomo, ha percorso due km di corsa per sfuggirgli. Altri hanno accettato di soddisfare le sue perversioni sessuali, in cambio di una manciata di soldi. Quell’uomo, M.D.L., classe 1971 di Agordo, è stato condannato la settimana scorsa dal tribunale di Venezia a 3 anni di reclusione per 7 dei 10 capi d’accusa che pendevano sulla sua testa.

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