Belluno. Fiaccolata in silenzio contro l’ordinanza sulla musica nei bar
BELLUNO. Duecento giovani con un lumino in mano davanti a Palazzo Rosso. Si è svolta ieri sera la protesta silenziosa contro l’ordinanza che mette limiti alla musica nei locali. Protesta trasversale con molti giovani del centro sociale Blitz.
Guido Beretta ha letto un breve intervento per riassumere i motivi della protesta: «Questa iniziativa nasce dalla necessità che molti hanno sentito di dare una risposta pubblica all’ordinanza del sindaco. Vogliamo dire molto chiaramente e civilmente che non accettiamo questa ordinanza per l’idea di città che rappresenta. Non siamo qui per fare un discorso da baristi e da clienti, siamo qui perchè condividiamo una idea, l’idea che Belluno debba essere una città aperta e vitale».
Beretta ha ricordato le difficoltà di fare qualcosa a Belluno: «Gran parte degli eventi della nostra città sono auto organizzati, auto prodotti, auto pubblicizzati e spesso anche autofinanziati. Questa ordinanza renderà ancora più difficile, se non impossibile tutto questo». Non si negano le ragioni dei residenti, nè si nega che qualche locale abbia esagerato: «Ma siamo sicuri che esistono modi migliori per gestire una città come la nostra, più propositivi e non repressivi».
La richiesta è quella di ritirare l’ordinanza e la promessa è di continuare la protesta.
Ma il sindaco non sembra intenzionato a tornare indietro: «Ho in mano le fotografie a dir poco sgradevoli di cosa avviene fuori dai locali quando si supera il limite. Ricordo che il gestore è responsabile anche delle pertinenze esterne, per legge».
Lo ha detto ieri di Radio Belluno dove ha ribadito la bontà del suo provvedimento sulla musica nei bar. «Un decreto che vuole contemperare le esigenze di tutti, di chi gestisce un bar ma anche degli anziani, dei malati dei bambini che vogliano dormire. Chi è rimasto scontento sarà gratificato dalla possibilità di avere una deroga, però deve dimostrare che i residenti intorno al suo locale non hanno inviato a me lettere di lamentele».
E alla domanda sul motivo per cui non sono stati puniti solo coloro che sgarravano, il primo cittadino ha risposto che «non possiamo colpire ciascuno perchè non abbiamo nemmeno il personale della polizia locale per farlo e le forze dell’ordine non possono seguire tutto. Ma mi chiedo perché bisogna costringere le persone a decisioni drastiche quando invece si può far appello all’autoresponsabilità? Noi abbiamo bisogno di tutti, e abbiamo bisogno che la città sia vivibile e che ci sia una convivenza serana e tranquilla»
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