«Determinato e gentile»: sul Nevegal l’ultimo saluto al conte Damiano Miari Fulcis
Santuario gremito per l’addio all’uomo che ha sempre creduto nelle potenzialità del Colle.
I familiari: «La tua voglia di fare sarà per sempre fonte di ispirazione»

«Ha creato qualcosa dal nulla con passione, voglia e lavoro». Con queste parole don Marco De March ha reso omaggio a Damiano Miari Fulcis durante l’omelia funebre nel santuario di Maria Immacolata Nostra Signora di Lourdes in Nevegal. La chiesa, gremita di figure di spicco del territorio, ha visto riunite istituzioni e rappresentanti dell’economia locale per ricordare un uomo che ha lasciato un segno profondo. Miari Fulcis non fu solo un imprenditore, ma un visionario capace di trasformare i sogni in realtà. Il campeggio e l’albergo di Nevegal, sue creazioni, testimoniano la sua dedizione e il profondo amore per la sua terra.
Don Marco ha sottolineato come il lavoro di Damiano fosse radicato in relazioni umane profonde, affermando che «si era creato quel legame umano che rimane nel cuore. La sua eredità non si limita a opere materiali, ma si estende a una rete di affetti e valori».
Il momento più toccante è stato il saluto del figlio Carlo e dei quattro nipoti. «Conte Damiano Miari Fulcis, è stato un onore essere tuo figlio. Grazie», ha dichiarato Carlo, esprimendo l’unicità del loro legame. I nipoti, commossi, hanno aggiunto che sarà sempre vivo in loro: «Ricorderemo il tuo sorriso e la tua gentilezza».
Il campeggio di Nevegal, definito «il suo sogno», è diventato un simbolo di determinazione e visione, tramandando valori fondamentali.
Durante la cerimonia si è parlato non solo delle opere concrete realizzate da Damiano, ma anche dei valori e degli insegnamenti che ha lasciato alle persone che lo conoscevano. «Una catena d’amore invisibile ma indissolubile che ci lega gli uni agli altri», ha fatto notare don Marco, sottolineando come l’affetto e i ricordi che una persona lascia si trasmettano di generazione in generazione. Il principio guida della sua vita – «C’è più gioia nel dare che nel ricevere» – è stato ricordato da una nipote come insegnamento trasmesso a tutta la comunità. Poi hanno paragonato il suo sorriso al sole, che continuerà a brillare nei ricordi. «La tua voglia di fare sarà per sempre fonte di ispirazione», hanno concluso, promettendo di mantenere viva la sua memoria.
Una cosa è certa: la comunità bellunese ha perso un pilastro, ma l’eredità di Damiano Miari Fulcis vivrà nelle sue opere e nei cuori di chi lo ha conosciuto.
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