Belluno: gli alleati sono «separati» anche per l'Unità d'Italia
L'Italia celebra il 150esimo della sua Unità, ma non tutti danno a questa data la stessa importanza. Gli esponenti leghisti della città pensano che sia «una giornata come tutte le altre», dice il vicesindaco Colle
Tutto pronto per i festeggiamenti del 150º anniversario dell’unità d’Italia Ma in molte aziende trentine si lavorerà ugualmente per sfruttare la ripresa economica
BELLUNO. Tricolore sì, tricolore no, festa sì, festa no. L'Italia celebra il 150esimo anniversario della sua Unità, ma non tutti danno a questa data la stessa importanza. Gli esponenti leghisti della città pensano che sia «una giornata come tutte le altre», dice il vicesindaco di Belluno Leonardo Colle. Quando l'amministrazione decise di realizzare una targa commemorativa per l'occasione, Colle si dimostrò fortemente contrario e non ha cambiato idea: «E' un festeggiamento che non mi dice nulla», continua. «Anzi, sarebbe da chiedere agli altri cosa c'è da festeggiare». Il pensiero del vicesindaco è semplice: con tutti i problemi che ci sono, questa festa è del tutto inutile. Di più, «è un modo per nascondere i veri problemi del paese», afferma. «Chiudere le attività economiche in un periodo come quello in cui viviamo non si doveva fare. E non lo dice la Lega, lo dice anche Confindustria. Questa festa è decisamente una forzatura, una cosa che interessa a pochi, come tutte le ricorrenze che celebriamo durante l'anno. Ci saranno si e no quaranta persone, tra politici, giornalisti e chi porta i gonfaloni. Alla gente queste cose non interessano. E cos'hanno fatto per creare interesse? Hanno organizzato una Notte tricolore, che avrebbe avuto successo anche senza festeggiare l'Unità d'Italia». La pensano diversamente, tanto per cambiare, gli alleati i pidiellini. «Il 17 marzo del 1861 è la data simbolo della nascita del nostro stato, che è patrimonio di tutti», dice Lorenzo Bortoluzzi, capogruppo del Popolo della Libertà in consiglio comunale. «E' vero che il Veneto si è annesso nel 1866, ma il punto di partenza del processo è nel 1861».
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