Belluno, gli esercenti: "Più servizi di trasporto notturno"
Li chiedono gli operatori commerciali dopo le novità del codice della strada
Da sinistra Massimo Dal Zotto e Enzo Marcer, a destra un kit con il precursore che consente di fare l’alcol test prima di uscire dal locale
BELLUNO.
Il passo successivo? Incrementare i servizi di trasporto notturno, magari abbassando le tariffe. A esserne convinti sono molti baristi bellunesi, da sabato sera alle prese con le nuove regole introdotte dal codice della strada. Su tutte, il dovere di dotarsi dei precursori. Si tratta dei kit per il rilevamento automatico del tasso alcolemico nel sangue. Da qui l'assalto dei titolari alle farmacie, assalto che non è stato invano. Alcuni clienti infatti hanno già chiesto la possibilità di fare il test fai-da-te, che - va detto - non ha nessun valore legale o probatorio nel caso di fermate "ufficiali". «Ne abbiamo venduti quattro», afferma Cristina del bar Astor in piazza dei Martiri. «In un caso erano tre ragazzi dello stesso gruppo, nel secondo un uomo di quarant'anni», spiega la giovane. Insomma, l'esperimento sembra essere funzionato: «Ma non so quanto durerà. Adesso c'è l'effetto novità», ammette Cristina, convinta che per aumentare i livelli di sicurezza sia necessario semmai creare nuovi servizi di trasporto notturno. «Qualcosa negli anni è cambiato. Ci sono più ragazzi che preferiscono prendere il taxi e ci sono anche molte più corse, ma bisogna fare di più». Sulla stessa lunghezza d'onda c'è Massimo Dal Zotto, dipendente al bar Opera. Anche Dal Zotto ha avvertito il cambio di rotta: «Ci sono più servizi di un tempo, ma servirebbe maggiore concorrenza. Solo così ci sarebbero più servizi e forse i prezzi diventerebbero davvero alla portata di tutti». Quanto all'utilità dei precursori, il giovane non ha alcun dubbio: «Ben venga tutto quello che può servire per aumentare la sicurezza in strada», dice. Di parere opposto un volto storico della piazza bellunese, Enzo Marcer, titolare dell'enoteca Top 90: «I precursori non hanno valore legale e quindi sono soltanto un onere in più per i baristi. Non lo trovo un deterrente valido», dice Marcer che sottolinea come il suo locale chiuda prima della mezzanotte e quindi non sia "dotato" di kit per l'alcol. «Mi sono sempre comportato secondo etica e lo faccio da sempre. Il problema semmai sono i supermercati dove si vende alcol ai giovani». Insomma, da una parte lacci e laccioli, dall'altro la giungla: «I ragazzi ai quali non versiamo da bere, ce li ritroviamo in piazza con le borse della spesa. Poi, se succede il brutto episodio di cronaca dove c'entra l'alcol, siamo i primi a finire al centro delle polemiche», lo sfogo di Marcer. «Io mi sono sempre regolato secondo la mia etica. Non tutti i baristi lo hanno sempre fatto, ma adesso il problema sta altrove». Intanto, tra i titolari di luoghi pubblici che chiudono dopo la mezzanotte si pone il problema del reperimento dei kit anti-alcol, che - nella maggior parte dei casi - vengono venduti ai clienti che ne facciano richiesta al prezzo di costo e non ceduti a titolo gratuito. Nelle farmacie del centro, comunque, si sono presto esauriti. Ed è di questi giorni l'affissione delle nuove tabelle del Ministero con i limiti previsti dalla legge per chi si mette alla guida. Per i minori degli anni 21 la tolleranza è zero.
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