Belluno, gli Oss della Sersa fanno le valigie: 15 entrano all’Ulss, servizi in affanno

Nuovo problema di personale per la casa di riposo.

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Paola Dall’anese
Un anziano ospite di una casa di riposo
Un anziano ospite di una casa di riposo

BELLUNO. Anche sul fronte economico la situazione in Sersa, come in tutte le altre case di riposo del territorio, si sta facendo preoccupante. Tra aumenti delle bollette di luce e gas e riduzione della quota sanitaria per le strutture di secondo livello assistenziale che passerà da 56 euro al giorno per ospite a 52 euro, far quadrare i conti non è facile. Anzi, è impossibile.

E il rischio è che mancando il personale, si debbano ridurre ancora di più i posti letto riducendo, però, di fatto le entrate.

«Quest’anno con l’amministrazione comunale stiamo cercando di trovare la copertura al deficit, ma la cosa difficile è fare delle previsioni di bilancio quando i prezzi dell’energia sono in continuo divenire. E così ci troviamo con pochi soldi, poco personale e un servizio da garantire», precisa Paolo Piazza, direttore di Sersa. «La domanda di posti non è così forte come uno si attenderebbe», prosegue, «mentre una forte pressione l’abbiamo sui posti letto per Alzheimer che sono 20 in tutta la provincia».

Per il direttore di Sersa, anche i tre euro in più messi dalla Regione sulle quote sanitarie per il primo livello di assistenza, quello più basso e più diffuso, non basteranno a ridurre il deficit.

«Quello che ci preoccupa è la decisione della giunta veneta di portare le quote sanitarie di primo e secondo livello tutte a 52 euro. Per il secondo livello, di cui noi come Sersa deteniamo il primato di posti in provincia con i nostri 42 letti, Venezia ha voluto passare da una quota sanitaria di 56 euro a persona al giorno a 52. Una manovra che non si spiega: perché abbassare la quota sanitaria per le persone che hanno maggiori problemi e quindi che impongono maggiori costi? Per noi questa riduzione della quota sarà davvero una mazzata. Credo che l’aumento delle tariffe delle rsa, a questo punto, sarà quasi inevitabile. Malgrado i comuni stiano cercando di ripianare i debiti, sarà anche per loro impossibile stare al passo. Ci auguriamo che dietro a questa scelta veneta, ci sia un disegno per cui le risorse dovranno arrivare da un sistema sovracomunale, vale a dire regionale, visto che le case di riposo sono autorizzate da Venezia».

Argomenti:sanità

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