Belluno graziata: i tagli calano al 30%
BELLUNO. Bisognerà comunque tagliare, ma un po’ meno rispetto alla pianura. Grazie alla sua condizione di Provincia interamente montana Belluno porta a casa, insieme a Sondrio e Verbano-Cusio-Ossola, un calo del numero degli esuberi a palazzo Piloni: dal 50% prospettato dalla finanziaria si passa ad un taglio del 30% del personale. È l’effetto di un emendamento del governo alla legge di stabilità - presentato ieri sera dopo una giornata di trepidazione - che equipara le Province montane alle città metropolitane. E non è finita qui. «C’è tutta la partita da aprire con le Regioni per l’assunzione delle nuove competenze» assicura il deputato del Partito Democratico Roger De Menech, che sta facendo da tramite tra il governo - rappresentato dai sottosegretari Gianclaudio Bressa e Pier Paolo Baretta - e il territorio nella delicata trattativa in vista della legge di stabilità.
Il maxi emendamento del governo “grazia” Belluno ma pensa anche alle altre Province minacciate dai tagli. Nessun esubero, assicura Roma, grazie ad una serie di clausole che consentiranno ai dipendenti pubblici di essere ricollocati in altri enti. I lavoratori, infatti, non saranno messi subito in mobilità ma saranno dati agli enti due anni di tempo per trovare una collocazione. Solo a quel punto scatterà la mobilità. Nello stesso provvedimento le Province sono state messe anche in sicurezza finanziaria.
La decisione è arrivata al termine di una giornata febbrile che ha visto in tutta Italia i lavoratori protestare contro il dimezzamento del personale delle Province. L’emendamento, sul quale si stava lavorando già da giovedì, è stato presentato solo ieri sera. Ora la legge di stabilità deve passare il vaglio del voto in Senato e alla Camera. Ore di fibrillazione anche a Belluno: ieri è iniziato il presidio dei dipendenti, che indossavano una fascia nera in segno di lutto, di fronte a palazzo Piloni. «Le persone si sono fermate a chiedere informazioni» spiega Bianca Paparella, che fa parte delle rappresentanze sindacali unitarie, «volevano sentire direttamente da noi dipendenti come andavano le cose. Questo interessamento ci ha fatto molto piacere».
Molti i rappresentanti della politica che hanno fatto visita ai dipendenti. A partire da Daniela Larese Filon, presidente della Provincia, che ha portato il suo supporto ai lavoratori. E poi De Menech, che ha rassicurato i dipendenti sull’evoluzione del dibattito a Roma e sulle novità introdotte dall’emendamento. Hanno fatto visita ai lavoratori alcuni consiglieri provinciali (tra gli altri Ezio Lise, Stefano Deon e Leandro Grones) e anche il sagrestano del Duomo.
Oggi i dipendenti puntano ad ampliare il pubblico della protesta. Il gazebo dei lavoratori della Provincia si sposterà dall’ingresso di palazzo Piloni a piazza Martiri dove, complice il mercato e la frenesia pre-natalizia, c’è più passaggio. Ci rimarranno fino a domani. Da lunedì e fino alla vigilia di Natale dovrebbero tornare di fronte a palazzo Piloni. Le proteste messe a punto nei giorni scorsi non sono finite qui. Una delegazione di lavoratori sarà presente lunedì nella sede della Provincia di Treviso dove è prevista una riunione dell’Upi (Unione Province Italiane) del Veneto. Resta da capire se questo programma, deciso prima della notizia dell’emendamento, verrà confermato alla luce delle ultime novità.
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